Home FixingFixing San Marino, la responsabilità dell’impresa: nuova sfida non priva di rischi

San Marino, la responsabilità dell’impresa: nuova sfida non priva di rischi

da Redazione

ANIS_logo

 

Da gennaio 2010 le imprese della Repubblica di San Marino stanno affrontando una nuova sfida non priva di rischi. Eppure sono probabilmente poche quelle che se ne sono effettivamente accorte.

SAN MARINO – Da gennaio 2010 le imprese della Repubblica di San Marino stanno affrontando una nuova sfida non priva di rischi. Eppure sono probabilmente poche quelle che se ne sono effettivamente accorte. Tutto nasce con l’approvazione della Legge n.6 del 21 gennaio 2010, che introduce il concetto della responsabilità amministrativa dell’azienda. In altre parole, da quasi due anni le società rispondono per i reati commessi a loro vantaggio da amministratori e dipendenti. Questo significa che se un collaboratore si macchia di un tentativo di corruzione è la società intera, amministratori compresi, ad essere responsabile.

Le conseguenze possono essere pesanti: l’interdizione fino ad un anno dell’attività, la revoca delle autorizzazioni e licenze, la confisca del prodotto del reato oltre a una e una sanzione pecuniaria fino 500 mila euro. I reati contemplati da questa legge sono molteplici e vanno dalla corruzione alla concussione dall’aggiotaggio alla concussione, dalla corruzione all’accettazione di utilità per un atto già compiuto fino al riciclaggio. Leggi analoghe sono state promulgate in altri Paesi Europei, compresa l’Italia, dove la normativa comprende anche i reati ambientali e sulla sicurezza sul lavoro. Reati che, ragionevolmente, potrebbero essere introdotti anche a San Marino.

Tutte le società operanti sul Titano sono interessate da questa normativa, anche se ovviamente alcune organizzazioni lo sono di più. Tra queste ultime è giusto pensare a quelle di dimensioni maggiori, a chi ha una struttura societaria fondata su partecipazioni incrociate oppure sulla coincidenza fra amministratori e soci.

La legge non introduce solamente responsabilità nuova, ma fornisce anche una possibilità di difesa alle aziende: è prevista infatti l’esclusione della responsabilità nel caso in cui la società si sia dotata un modello di organizzazione idoneo alla gestione dei rischi di commissione dei reati. In altre parole, le aziende sono chiamate a sviluppare un modello organizzativo che “stringa le maglie” restringendo la possibilità di commettere reati.

 

Il modello organizzativo

Non a caso, la legge è stata seguita il 27 maggio 2010 dal Decreto Delegato n.96 che sviluppa il tema del modello organizzativo, spiegandone criteri generali e modalità di adozione. Il modello organizzativo aziendale tutela le aziende in due modi: da un lato, infatti, previene i reati, ma dall’altro allontana la responsabilità dell’azienda anche quando il reato viene poi effettivamente compiuto. Se infatti questo è compiuto aggirando fraudolentemente un modello valido, l’azienda non ha responsabilità.

Linee-Guida-ANIS-PK01Lo sviluppo di questo modello non è però semplice, perché occorre trovare un giusto equilibrio tra la necessità di annullare tutti i possibili rischi controllando le azioni dei collaboratori, e quello di non tarpare le ali all’impresa, ossia impedendole di essere reattiva alle esigenze del mercato e di competere quindi con rapidità sui nuovi scenari. In un momento di crisi economica come l’attuale, questo equilibrio è ancora più importante: bisogna competere ed essere flessibili, stando però attenti a non correre rischi inutili, anche sotto il profilo della Legge 6. Occorre quindi trovare una giusta sintesi fra due esigenze, quella di essere innovativi per competere e quella di essere conforme alla legge.

Proprio per questo motivo l’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese ha predisposto uno strumento importante per le aziende. Si tratta delle “Linee Guida per la costruzione del modello organizzativo Decreto Delegato 96/2010” che possono essere scaricate gratuitamente dal sito www.anis.sm.

La realizzazione di queste linee guida ha richiesto quasi un anno di attività ed è stata curata da ANIS e PK Consulting – società di consulenza milanese che da anni si occupa di modelli di organizzazione e controllo – con la collaborazione dell’Ordine degli Avvocati e Notai e degli avvocati Gian Paolo Pasquali e Maurizio Simoncini. Queste diverse competenze hanno descritto con precisione le caratteristiche che deve avere un modello organizzativo per permettere all’azienda di competere al meglio ottemperando ai requisiti della legge. L’invito è quindi quello di consultare questo strumento per capire cosa davvero significhi la legge 6 per le aziende e quali opportunità apra.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento