Home FixingFixing Il diktat (morale) di Monti e UE. Premier smontato dai bocconiani

Il diktat (morale) di Monti e UE. Premier smontato dai bocconiani

da Redazione

Ecco le lacrime e il sangue: torna la tassa sulla casa, l’IVA aumenta del 2%, ma niente rialzo Irpef. “E’ l’unico modo per non far precipitare il Paese, ma non colpisce sempre i soliti noti”.

 

di Saverio Mercadante

 

“Forse non ci siamo capiti, l’Italia ha pochi mesi di vita. Se non interveniamo subito andiamo in default. Non riusciremo più a pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, in tutto il paese si fermeranno i bus e i tram. Sarà la fine”. O è così, o è così. Il premier Monti non ha lasciato margini di mediazione ai leader dei partiti e dei sindacati e delle Associazioni di categoria. “Tagliare la spesa è un suicidio in fase di recessione e ci porterà dritti nella tomba. La BCE è ossessionata dall’inflazione, e pur di evitarla ucciderà la crescita dei paesi dell’Europa meridionale, che così non potranno mai ripagare il loro debito e faranno default, arrivando alla corsa al ritiro dei depositi, e al crollo finanziario generale”, e se te lo dico io Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia, caro Supermario… Manovra dura, molto dura del governo italiano accolta bene dalle borse, spread a 380 e Milano a +3%, ma molto contestata trasversalmente da sindacati, vescovi, e anche da economisti bocconiani che insegnano negli USA, come Alesina e Giavazzi: hanno stroncato il Professor Monti sul Corriere della Sera. ‘’Chiamatelo decreto salva-Italia’’. E’ un Mario Monti determinato a convincere il Paese che la manovra da 30 miliardi lordi (20 di correzione) non solo è l’unico modo per non far precipitare l’Italia, ma è anche più equa e giusta di quanto non sia stata dipinta perché non è di sole tasse e soprattutto non colpisce i soliti noti”. “Se prendiamo – ha detto il viceministro Vittorio Grilli – un anno medio, di riduzione di spesa ci sono circa 12-13 miliardi e il resto (17-18 miliardi, fino ad arrivare a 30 miliardi) di aumento delle entrate”. Ecco la manovra nei suoi snodi più importanti. A sorpresa, è stato escluso l’intervento sull’Irpef. Nelle prime bozze c’era il ritocco al rialzo delle aliquote del 41 e del 43%, che avrebbe toccato i redditi superiori ai 55mila e 75mila euro. Entrambi gli aumenti sono stati accantonati nella bozza finale. La rinuncia al ritocco è compensata con un leggero aumento dell’addizionale Irpef (con corrispondente diminuzione dei trasferimenti alle regioni) dallo 0,9 all’1,23%. E’ prevista invece una “tassa” una tantum dell’1,5% sui capitali rientrati tramite l’ultimo scudo fiscale. Le somme, ha detto il premier Mario Monti, serviranno a coprire l’inflazione per le pensioni fino a 960 euro. L’imposta municipale unica, l’IMU, sostituisce la vecchia Ici e si pagherà anche sulla prima casa con un’aliquota dello 0,4%, con una detrazione di 200 euro, rispetto allo 0,76% dell’aliquota ordinaria per la seconda casa. E’ prevista anche una rivalutazione degli estimi del 60%. E’ previsto un aumento dell’IVA: sarà del 2% (dal 21 al 23%) dal primo settembre 2012. Sarà a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare “solo nel caso in cui sia necessario”. L’aumento è a copertura della delega fiscale del precedente governo che ha previsto risparmi di 4 miliardi nel 2012 tagliando sgravi e agevolazioni. Le somme recuperate, ha detto il sottosegretario Giarda, andranno “a favore delle famiglie, delle famiglie giovani e delle donne”. La soglia della tracciabilità del denaro viene abbassata a mille euro. Al di sopra di questo tetto non saranno possibili operazioni in contanti. La soglia è abbassata a 500 euro per i pagamenti effettuati da pubbliche amministrazioni per stipendi e prestazioni d’opera. Il governo prevede la riduzione dei componenti delle varie Authority operanti in Italia, dalla Consob al Garante per la concorrenza eccetera. E’ prevista inoltre la soppressione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, dell’agenzia per il terzo settore, dell’agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, dell’ente nazionale per il microcredito e dell’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Sono inoltre soppressi gli enti previdenziali Inpdap ed Enpals; le loro funzioni passeranno all’Inps. La manovra prevede un potenziamento del fondo di Garanzia con almeno 20 miliardi di credito a disposizione delle piccole e medie imprese, ma anche la ricostituzione dell’Istituto per il commercio estero e la creazione di un’autorità nei trasporti per accompagnare il processo di liberalizzazioni. Le imprese potranno dedurre dall’Ires e dall’Irpef la quota di Irap “relativa alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato”. L’Irap alle imprese “verrà sgravata” anche “per chi prevede” l’assunzione di “donne e giovani”. La misura in questione “va a ridurre il gettito dell’Irap per le Regioni e sarà perciò compensato con un aumento dei trasferimenti statali”. Per le regioni si prevedono ulteriori tagli per 3,1 miliardi a decorrere dal 2012. Le Regioni a statuto ordinario concorrono per 2,1 miliardi, mentre le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano per 1,035 miliardi. Per i Comuni oltre i cinquemila abitanti sono previsti tagli per 1,450 miliardi nel 2012; della stessa entità, ma dal 2013, i tagli ai Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti. Per le Province, la riduzione dei trasferimenti sarà di 415 milioni a partire dal 2012. Via libera alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie, ma “nell’ambito di un apposito reparto delimitato, rispetto al resto dell’area commerciale, da strutture in grado di garantire l’inaccessibilità ai farmaci da parte del pubblico e del personale non addetto, negli orari sia di apertura al pubblico che di chiusura”. Nella bozza della manovra un’imposta erariale annuale sugli aeromobili privati immatricolati nel registro aeronautico nazionale. La tassa è calcolata in base al peso ed è raddoppiata per gli elicotteri privati. La tassa sul lusso è prevista anche per le auto più potenti: “A decorrere dai pagamenti dovuti dal 1° gennaio 2012 – si legge nella bozza – per le autovetture è dovuta un’addizionale erariale della tassa automobilistica, pari a 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 170 chilowatt (231 cavalli), da versare alle entrate del bilancio dello Stato”.

 

La nuova riforma previdenziale


Abolite le cosiddette finestre mobili che saranno assorbite nell’età effettiva di pensionamento. Le donne andranno in pensione di vecchiaia dal 2012 a 62 anni e nel 2018 a 66. L’età di 66 anni per la vecchiaia è prevista da subito anche per gli uomini. I lavoratori autonomi andranno in pensione dal 2012 a 66 anni e sei mesi; le lavoratrici autonome a 63 anni e sei mesi. A prescindere dall’età si potrà accedere alla pensione “anticipata” con 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne. Viene rivisto anche il meccanismo di indicizzazione degli assegni all’inflazione: per le pensioni fino a due volte il minimo (circa 950 euro al mese) la perequazione sarà integrale, ma tutte quelle di importo superiore resteranno ferme.

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