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Fiorentino, in un libro di Girolamo Allegretti la lenta storia del Castello

da Redazione

Il 12 dicembre sarà presentato il libro sul Castello di Fiorentino, curato da Girolamo Allegretti e inserito nella collana “Storia dei Castelli della Repubblica di San Marino”. Un progetto dell’Ente Cassa di Faetano e del Gruppo Banca di San Marino. La copertina è firmata da Marcello Jori.

di Alessandro Carli

 

SAN MARINO – Una curva della memoria morbida, come quella dello skyline di San Marino: senza spigoli, tratteggiata tra picchi vertiginosi – ondulata sinfonia di un antico paesaggio mozartiano – e delicate discese verso i calanchi. Una curva che parla del passato, delle radici della Repubblica, fatte di parole, fotografie seppiate, persone. Memorie come sassi di un fiume, come i sassi che venivano utilizzati per costruire una casa.

Ed è proprio un edificio – anzi, un Castello, quello di Fiorentino – quello che Ente Cassa di Faetano ha voluto riportare alla luce attraverso la pubblicazione di un libro: un volume che tesse, gesto lento e preciso delle nonne, e srotola l’equilibrio tra luoghi, nomi, microstorie e profumi, serate a parlare davanti a un fuoco acceso, mentre la grande storia del mondo si affacciava sulla soglia.

Curato da Girolamo Allegretti e inserito nella collana “Storia dei Castelli della Repubblica di San Marino”, il prezioso stampato – che verrà ufficialmente presentato il 12 dicembre alle 21 all’interno del Centro Sociale di Fiorentino (via La Rena) alla presenza dei vertici di Ente Cassa di Faetano e del Gruppo Banca di San Marino e di Giuliano Pinto, Ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Firenze – si apre con un sussurro musicale: “Quella di Fiorentino è una storia lenta”. Una storia che inizia nella seconda metà del 1400 (fra il 1458 e 1463), quando il Castello venne acquistato dal Comune sammarinese (“L’acquisto di Fiorentino, a differenza degli altri castelli malatestiani, non fu mero effetto della vittoriosa alleanza con Pio II e con la lega da lui voluta per abbattere il signore di Rimini: fu piuttosto un processo legato alle precedenti operazioni militari condotte da Federico di Montefeltro, alleato dei sammarinesi, contro Sigismondo Malatesta, insediato minacciosamente in Fiorentino e dintorni. La bolla pontificia del 1463, dunque, sancì giuridicamente l’occupazione di fatto, già avvenuta, del castello di Fiorentino e del fortilizio sul monte San Cristoforo” annota il curatore), anche se le prime tracce di insediamenti risalgono all’epoca pre-romana e romana. Appartiene infatti al periodo della grande Roma la straordinaria scoperta portata alla luce nel 1956. Durante una conferenza pubblica, Monsignor Luigi Donati annunciò che proprio a Fiorentino “furono trovate delle tombe con fittili, con monete (ora andate perdute), con una statuetta di bronzo raffigurante un cavaliere, e con due fascini”. Donati descrisse quest’ultimi come piccole sculture “rappresentanti la prima una lupa che allatta i due gemelli con sotto la iscrizione D LUPAS, l’altra un busto di uomo con attorno scolpiti vari animali e con una iscrizione nella quale ritorna la parola D LUPAES”.

Oggi Fiorentino è l’area urbanizzata: banche, supermercati, negozi, la chiesa, la casa del Castello e il centro sociale, le scuole, il Ritrovo dei lavoratori. Ma solo un secolo fa, a Fiorentino non c’era nulla. Il catasto Baronio (1898) registra appena tre edifici: la grande casa del podere Vascone (Filippi di Montegiardino), la casa del podere Serra (Parrocchia di Fiorentino), e un grumo di quattro catapecchie da casanolanti di recente costruzione (in tutto nove vani di quattro diversi proprietari) addossate l’una alle altre per risparmiare e sostenersi a vicenda. C’era però il cementificio, voluto da don Giuseppe Guidi, parroco di quel Castello e “pioniere dell’industria” sammarinese, per fronteggiare la piaga della disoccupazione esistente in quegli anni. Un edificio industriale che è rimasto impresso nella memoria di moltissimi cittadini. Un’azienda-totem per i giovani sammarinesi del tempo, come ricorda – un po’ alla Ascanio Celestini – Luigi Bonini: “Mi sono sposato a 23 anni, nel 1933, prima stavo qui a Faetano, alla Castagna, dopo quando è venuta incinta sono andato ad abitare a Fiorentino, dove ho lavorato per il governo e nello stabilimento del cemento. La pietra colava nella fornace, ho fatto il fornaio 1 sopra il campo sportivo. In mezzo alle fiamme del fuoco facevi 12 ore, te ne segnava 10. Pagavano sempre 10, se ti andava bene era così. Il carbone ce lo portavano giù loro, dovevamo stare 12 ore lì, però in 9 ore le tre scariche le facevamo regolari; si lavorava nove ore praticamente. ‘Sta fornace l’ha fatta un prete di Fiorentino, Guidi, è andato volontario nelle guerra del 15-18. Guidi ha visto che da questa pietra si faceva il cemento ed era come quella della terra sua; è venuto a casa e si è messo a fare il cemento, ha fatto una fornace piccola, che è diventata sempre più grossa. Faceva il fornaio ed era prete della parrocchia, quando uno doveva battezzare gli diceva: ‘Aspetta che finisco la scarica e poi vengo, tutto sporco. Le suore non c’erano, allora quelli che dovevano fare la dottrina e la comunione li portava nel campo a capare i sassi, dicendo: ‘Questa è la dottrina vostra’. È il prete che ci ha sposato”.

Una local History che, partendo dai colori unici delle persone, dipinge un quadro vivace, gradevole nella scrittura. Una tela di memoria, raccolta dietro all’opera appoggiata sulla copertina, firmata dal Maestro Marcello Jori, “un artista barocco, che interpreta il caos, ma un caos in divenire, un crollo annunciabile visto come destino possibile d’un percorso verso l’eternità” e che di recente ha anche firmato la copertina del Corriere della Sera per l’anniversario dell’11 settembre.

 

Gruppo Banca San Marino

“Questo impegnativo progetto storico-artistico, che ci vedrà impegnati nell’arco temporale non trascurabile di un decennio – scrivono il Presidente dell’Ente Cassa di Faetano, Maurizio Zanotti; il Presidente di Banca di San Marino, Giuseppe Guidi e il Presidente di Leasing Sammarinese, Donato Maiani – vuole costituire una nuova, significativa testimonianza del radicamento dell’Ente Cassa di Faetano e delle aziende del Gruppo Banca di San Marino nel territorio della Repubblica dalla cui storia e dai cui valori sono nate e che si sentono chiamate a servire sia attraverso la loro attività sia promuovendo simili iniziative, nella convinzione che l’arte e la cultura rivestano un ruolo determinante nella crescita e nello sviluppo di un popolo”.

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