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Diario della Crisi del 9 dicembre 2011

da Redazione

Secondo alcuni, siamo già in recessione, secondo altri, la manovra economica di Supermario Monti strozza la Penisola, ma in Italia guai a rinunciare al “mo’, se magna“.

di Saverio Mercadante

 

Secondo alcuni, siamo già in recessione, secondo altri, la manovra economica di Supermario Monti strozza la Penisola, ma in Italia guai a rinunciare al “mo’, se magna“, rivisitazione dell’immortale “franza o spagna basta che se magna”.

Nonostante la crisi solo poco più di un italiano su dieci (11%) è intenzionato a tagliare la spesa per alimentari a Natale mentre ben il 42% risparmierà sui divertimenti e il 40% sull’abbigliamento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell’indagine ‘’Xmas Survey 2011’’ di Deloitte, che evidenzia la maggiore tenuta della spesa alimentare degli italiani per Natale rispetto agli altri beni. Standard & Poor’s, zitta, zitta, invece ha messo sotto osservazione per un possibile downgrade le valutazioni sul debito dei 15 paesi dell’area euro. Lo riferisce Bloomberg spiegando che tale scenario è legato al possibile taglio della tripla ‘A’ di Germania, Francia, Olanda, Austria, Finlandia e Lussemburgo. Germania e Francia potrebbero dunque perdere il rating AAA, tutto dipenderà da come andrà a finire il summit dell’Unione europea di oggi, 9 dicembre. E a conferma che anche in Germania non se la passano così bene nel mondo bancario arriva la notizia che Commerzbank, la banca più insolvente in Germania, possa fare crack: che fosse a corto di liquidità non era più un segreto da tempo. L’unico nodo che rimane da sciogliere riguarda i tempi, ovvero quando sarà nazionalizzato l’istituto. Secondo il magazine Der Spiegel, che cita fonti del governo, l’ora si sta avvicinando.

Nell’articolo si legge: “Il governo tedesco sta preparando un piano per una potenziale nazionalizzazione di Commerzbank AG, nel caso in cui l’istituto di credito di Francoforte non sia in grado di varare l’aumento di capitale necessario”.

Berlino riattiverà il fondo di salvataggio della banca, il SoFFin, per acquistare quote aggiuntive nel gruppo finanziario.

 

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