Home FixingFixing Goccia cinese: lo Stato del Terzo millennio e il caso di San Marino

Goccia cinese: lo Stato del Terzo millennio e il caso di San Marino

da Redazione

Cosa dovrebbe fare lo Stato di un cittadino dell’era post post moderna: essere libero ed efficiente. Così il principe Hans-Adam II del Lichtenstein.

 

“Io nacqui veneziano ai 18 ottobre del 1775, giorno dell’evangelista san Luca, e morrò per la grazia di Dio italiano quando lo vorrà quella Provvidenza che governa misteriosamente il mondo”. Sono le parole con le quali Ippolito Nievo dà avvio alle sue “Confessioni di un italiano”. Forse potendo essere qui oggi, però, Nievo sarebbe tentato di riscrivere quel suo commovente incipit. Come dedicarlo infatti a uno Stato la cui immagine è diventata quella di un vecchio alla costante ricerca dell’appoggio dei propri cittadini/bastoni? Parliamo dell’Italia ma mezza Europa ne condivide la sorte, per non parlare di quanto accaduto in America. Per capire che cosa sta succedendo è utile leggere con attenzione il volume edito da Laterza intitolato “Lo Stato nel Terzo millennio” del principe Hans-Adam II del Lichtenstein. Vi si trova l’analisi lucida di che cosa dovrebbe fare lo Stato di un cittadino dell’era post post moderna: essere libero ed efficiente. Ne consegue che al contrario di quanto si credeva negli anni 60 – the bigger, the better – più uno Stato è piccolo e più ha la possibilità di essere efficiente. Si riferisce ovviamente al Liechtenstein ma la sua analisi si estende a tutti i piccoli stati e dunque anche a San Marino. “L’opinione pubblica – scrive il principe – ha ancora una mente formata sulle idee del ‘900 e stenta a cogliere le opportunità e persino le possibilità di sopravvivenza di un piccolo Stato, al meglio visto come una cartolina del Medioevo da mostrare ai turisti, al peggio considerato come uno ‘Stato canaglia’ che campa sui soldi della malavita”. Per il principe il settore pubblico deve essere ricondotto alla funzione di erogatore di ben determinati servizi: soprattutto giustizia e protezione. Quasi tutto il resto va messo sul mercato, cominciando con il privatizzare il sistema pensionistico perché è proprio quello Stato sociale, che un po’ alla volta ci stanno togliendo, ad essere più di tutti vicino al fallimento economico e morale, dato che “ha permesso all’oligarchia di Stato di avere una conoscenza dettagliata della vita privata dei sudditi, esigere più tasse, finanziare l’ulteriore crescita della burocrazia statale e costruire una montagna di debiti della quale saranno gravate anche le generazioni successive”. Quale futuro può avere uno Stato dove la voglia di  avere di più è diventata paura di perdere quel poco che resta?

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento