In Consiglio è transitata la Legge di Bilancio, con il suo carico di tasse “extra”. Che si aspetti la riforma fiscale per una maggiore equità è un dato di fatto. Anche perché talvolta sembra che a pagare siano sempre gli stessi.
In Consiglio è transitata la Legge di Bilancio, con il suo carico di tasse “extra”. Che si aspetti la riforma fiscale per una maggiore equità è un dato di fatto. Anche perché talvolta sembra che a pagare siano sempre gli stessi, almeno per quanto riguarda i provvedimenti straordinari previsti per fare cassa. Ecco un esempio. Concreto. Non c’è bisogno di far nomi, anche perché sono in tanti nella stessa situazione. Parliamo di un imprenditore, il signor X, con la sua PMI chiaramente in difficoltà da almeno un paio d’anni per via della crisi. Il signor X è sì il titolare, ma è anche – caso comunissimo – dipendente della propria azienda e come tale si paga le tasse.
Oltre a queste, quest’anno deve pagare l’imposta aggiuntiva del 15% sull’imposta netta pagata nell’anno precedente: se aveva pagato 5 mila euro diciamo che ne deve versare altri 750. A questo si aggiunge la minimum tax: è il titolare ed è lui che sborsa, alla fine, altri 1.800 euro, ma è un sacrificio per il bene dello Stato (anche se poi sarà la spesa pubblica a divorarseli, i suoi soldi).
Poi c’è quella tassa chiamata impropriamente patrimoniale. Il Nostro, oltre alla casa di proprietà, quando ancora gli affari andavano a gonfie vele, aveva acquistato un altro appartamento: il nuovo balzello per il momento non si può calcolare, il decreto ancora non c’è, ma anche in questo caso ha giuste ragioni per lamentarsi, poiché la crisi del mercato immobiliare gli impedisce di affittare il suo bene immobile, che dunque non solo non produce rendita ma diventa un peso. Si aggiunga infine che la riforma previdenziale ha introdotto un contributo aggiuntivo specifico per gli amministratori (altre 6-700 euro minimo) che è vero che non è una tassa ma sono comunque soldi che escono… Per fortuna il 2012 è quasi finito insomma.
