Home NotizieSan Marino ASFA: Stefano Anzola sale per la prima volta a San Marino

ASFA: Stefano Anzola sale per la prima volta a San Marino

da Redazione

Stefano_Anzola_-_foto_025

 

Venerdì 2 dicembre, alle ore 21,30, presso il Centro Sociale di Dogana, il noto fotografo emiliano, presenterà al pubblico sammarinese gli audiovisivi “Nella valle dell’Omo”, “Tracce”, “Le carovane del sale” e “Dancalia sconosciuta” sull’Etiopia.

Stefano_Anzola_-_foto_025

 

 

Venerdì 2 dicembre, alle ore 21,30, presso il Centro Sociale di Dogana, Stefano Anzola, noto fotografo emiliano, presenterà al pubblico sammarinese gli audiovisivi “Nella valle dell’Omo”, “Tracce”, “Le carovane del sale” e “Dancalia sconosciuta” sull’Etiopia. Questo viaggio per immagini partirà dal sud del paese,  per incontrare le etnie più importanti, Carol, Mursi, Ammer, proseguendo poi verso nord passando dal Tigrai fino alla Dancalia. Si potranno ammirare bellissimi mercati, paesaggi mozzafiato, le ultime carovane del sale, il vulcano Ertale con la sua caldera ribollente di  lava fusa e Dalol un vero spettacolo della natura, unico al mondo. Stefano Anzola nasce  il 30 ottobre 1957 a Colorno, dove ancora oggi vive e lavora. Fotografa dal 1980 ed è iscritto al circolo fotografico Color’s Light. G. Marchetti dice di lui: “Presentare il lavoro fotografico di Stefano Anzola risulta allo stesso tempo semplice e complicato. Semplice, perché l’opera complessiva si identifica talmente con la personalità lineare, a tratti ruvida dell’autore; complicato, perché la varietà dei temi trattati e le diverse tonalità che qua e là affiorano incrinano l’apparenza granitica dell’insieme. Anzola è un viaggiatore infaticabile, curioso, onnivoro ai limiti del cannibalismo: il suo modo di fronteggiare la realtà e soprattutto le persone che incontra rivela una forza che par quasi plasmare i soggetti. Non si notano nel suo lavoro pregiudizi di tipo ideologico o attitudini socio-logistiche; la realtà è là, davanti alla macchina fotografica che si trasforma quasi in una mano vigorosa che tocca, che afferra, che si impossessa del mondo esterno. E’ la vena realistica rifacentesi ad una secolare tradizione artistica, tutta emiliana e padana, che determina la “facilità dello sguardo d’insieme dell’opera, eppure … eppure affiorano con discrezione, direi quasi con umiltà, tonalità diverse, quasi velature che attenuano la vividezza dei colori. Lo stupore sussurrato per uno spettacolo naturale, un’emozione simpatetica davanti ad un gesto o uno sguardo, una commozione mai declamata di fronte alla povertà; non c’è compiacimento voyeristico né pauperismo corrivo. Fotografando in Paesi in cui domina la miseria, l’autore non la trasforma in soggetto pittoresco né in “pesce in faccia” al fruitore, ma con animo positivo, quasi fraterno, sa cogliere piuttosto la dignità con cui essa viene quotidianamente affrontata, affidando magari al sorriso di un bimbo, insieme alla speranza, il valore universale, malgrado tutto, di ogni vita vissuta.”

 

Prossimo incontro venerdì 9 dicembre


Incontro con Claudio Tuti: “Mustang (ultimo Tibet)” – “Le città continue (Berlino)” – “Il silenzio si fa grido (Tibet)” – “Quando il sole incontra il mare (oceano Indiano)” – “Place Djemaa el Fna (Marrakech)”, audiovisivi di Claudio Tuti – Gemona del Friuli UD.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento