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Riforma mercato lavoro: le parti sociali mostrino maturità

da Redazione

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San Marino, così il Segretario di Stato Francesco Mussoni. In futuro eguaglianza tra settore pubblico e privato.

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di Loris Pironi

 

Nei giorni scorsi è iniziato il confronto sulla riforma del mercato del lavoro. Una riforma di capitale importanza per San Marino, dove l’economia reale è tornata ad avere, anche nell’immaginario collettivo, l’importanza che ha storicamente sempre avuto. Con il Segretario di Stato per il Lavoro, Francesco Mussoni, abbiamo fatto il punto della situazione. “Dobbiamo collocare il tema del mercato del lavoro nel suo giusto ambito: si tratta di uno dei principali interventi per lo sviluppo economico della nostra Repubblica. In un sistema come il nostro, che vede una trasformazione significativa dei propri asset, occorre calibrare questa riforma con grande attenzione, in quanto rappresenta uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo futuro. Sul tavolo ci sono le giustificate richieste delle imprese, che chiedono di intervenire sui costi, sugli orari, sull’efficienza dei meccanismi di reclutamento, e ci sono le aspettative e i bisogni dei lavoratori, che devono essere ascoltati con il massimo rispetto. Cominciamo con una fase di analisi e condivisione di idee, ma poi devono essere prese delle decisioni”.

 

Quali sono le linee guida della futura riforma?


“Abbiamo già identificato i principi fondamentali. Cercheremo di sviluppare l’efficienza del mercato del lavoro, la semplificazione normativa, l’occupabilità delle persone, la meritocrazia, il sostegno allo svantaggio sociale, le pari opportunità. Tra gli obiettivi il primo che intendiamo affrontare è quello della governance del mercato del lavoro, a partire da una riorganizzazione dell’Ufficio del Lavoro e del Centro di Formazione Professionale. Altro tema a cui tengo particolarmente è quello dei servizi per l’impiego e la formazione professionale, con la riorganizzazione delle Liste di avviamento al lavoro e una sempre maggiore informatizzazione. C’è poi la tematica delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale, tra cui pensiamo all’istituzione di cooperative di lavoro solidale e al telelavoro, il riordinamento delle norme per quello che riguarda l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, una razionalizzazione degli istituti di sostegno al reddito dei lavoratori inoccupati e disoccupati. Occorre intervenire inoltre sulla trasparenza del mercato del lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori e, certo non per ultimo, è indispensabile andare ad intervenire sul sistema dell’efficacia erga omnes della contrattazione collettiva, su cui le parti sociali hanno peraltro dimostrato una certa sensibilità”.

 

A proposito di parti sociali, con che spirito si sono approcciate al confronto?


“Tutti quanti hanno dimostrato consapevolezza dell’importanza della materia. Non siamo naturalmente ancora entrati nello specifico della materia anche se so che è già materia di confronto negli incontri per i rinnovi contrattuali. Voglio pensare che ci sia tra le parti sociali un alto senso di responsabilità nei confronti del Paese, con un approccio elastico e collaborativo. Credo fermamente che sia necessario rispondere come sistema per salvaguardare la capacità di fare impresa e tutelare i lavoratori. Andiamo incontro ad un anno difficile ma voglio essere fiducioso. Mi auguro che le parti sociali abbandonino le spinte ideologiche e diano prova di grande maturità”.

 

La ricerca di un equilibrio tra le esigenze delle imprese e dei lavoratori è fondamentale. Ma sappiamo che storicamente a San Marino la mediazione ha portato scelte al ribasso.


“Sfonda una porta aperta, con me. Occorre cercare la massima condivisione ma naturalmente poi ci deve essere il coraggio delle scelte, in base alle quali si verrà giudicati”.

 

Avete un modello di riferimento per questa riforma?


“No, non c’è un modello specifico. A San Marino ci sarà una maggiore conservazione dei diritti dei lavoratori rispetto ad altre realtà, la storia va rispettata. Tuttavia il nostro mercato del lavoro non potrà non essere in linea con quelli dei paesi europei più evoluti”.

 

Ora un accenno all’attualità. Da quanto si è appreso non ci pare che la Finanziaria affronti con la necessaria veemenza la lotta agli sprechi.


“Innanzitutto voglio pensare che il Governo di cui faccio parte abbia fatto il massimo possibile nel provvedimento. Diciamo che sono convinto che si possa fare un grosso lavoro nei Previsionali degli anni successivi. Fatta questa premessa, è indispensabile portare avanti una lotta agli sprechi con estremo rigore, nel contempo l’altra grande sfida riguarda l’individuazione di fattori di sviluppo che possano consentire l’insediamento di nuovi investimenti. Tornando al problema della spesa pubblica, se ci sono privilegi non possono più essere mantenuti. Senza criminalizzare il settore pubblico e senza fare demagogia occorre guardare al futuro. E nella mia visione del futuro il mercato del lavoro è unico e comprende sia il settore pubblico, sia quello privato, con pari diritti e eguali trattamenti”.

 

 

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