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San Marino, una piazza finanziaria responsabile. Verso il Libro bianco

da Redazione

Una nuova piazza finanziaria responsabile per un concreto rilancio del sistema Paese. Per farlo, San Marino lancia il libro bianco della finanza e si affida a economisti di chiara fama internazionale.

di Alessandro Carli

 

SAN MARINO – Una nuova piazza finanziaria responsabile per un concreto rilancio del sistema Paese. Associazione Bancaria Sammarinese, in collaborazione con la Fondazione Internazionale Papa Giovanni Paolo II, lancia le coordinate: il Titano può diventare la Torre di riferimento dell’intero bacino Mediterraneo. E per farlo, ha deciso di affidarsi a un pool di esperti dal pedigree cristallino: Carlo Pelanda, Richard Greco jr e Domenico Lombardi.

“E’ necessario puntare al rilancio – ha esordito Pier Paolo Fabbri, Presidente di ABS – ma soprattutto slegarsi dal passato. Il Titano deve diventare protagonista di una nuova fase”. Il progetto ‘Per il rilancio di una nuova piazza finanziaria responsabile’ è ben strutturato, e produrrà un “libro bianco”, sempre aperto anche nella sua stesura, che verrà presentato a giugno 2012. “Dobbiamo proporre prodotti e servizi competitivi, ma anche trasparenti in tutto e per tutto – ha concluso Fabbri -. Questo ‘libro bianco’ potrà avere una ricaduta positiva si tutti il tessuto socio-economico del Paese”.

L’iniziativa si inserisce nel solco della filosofia della Fondazione internazionale Papa Giovanni Paolo II, che nasce, come ha spiegato il Direttore Marco Ferrini, “per promuovere la diffusione del magistero sociale”. Nuovi e più efficaci servizi finanziari, quindi, “per partecipare alla crescita”. Perché, come ha concluso Ferrini, “senza sviluppo non ci può essere ricchezza”.

Al timone del progetto di ricerca, Carlo Pelanda che, dopo aver sottolineato il grande grado di competenza presente nel territorio, ha ribadito che la “guerra tra l’Italia e San Marino non c’è mai stata. E’ avvenuta tra il ministro Giulio Tremonti e il Titano, ma non tra Stati”. Oggi per, ha rimarcato Pelanda, “si può lavorare bene. A metà novembre i tecnici del governo sammarinese hanno incontrato quelli italiani. L’Italia ha chiesto di rispettare i parametri OCSE”.

Il coordinatore della ricerca ha poi presentato i temi tecnici del “libro bianco”. “Bisogna definire il raggio di mercato. In che mercato vuole competere San Marino? Credo che quello dell’area del Mediterraneo sia il più indicato”. La piazza finanziaria deve vivere in “un luogo di regole e competenze”.

Domenico Lombardi invece ha effettuato una lucida analisi sulla percezione del Titano dall’esterno. “Le difficoltà finanziarie del Titano hanno avuto diversi aspetti”, che vanno “dallo scudo fiscale alle tensioni dei rapporti legati a un ministro italiano. A questi fattori va aggiunta la crisi dell’euro. Il sistema bancario sammarinese è sotto stress: sono calati sia gli attivi che la raccolta. Se in Ue le banche possono fare affidamento sulla BCE, al Titano è preclusa questa possibilità”.

Per Lombardi “il Monte deve aderire agli standard internazionali. Il FMI, in una fase di accreditamento, è un’opportunità, un aspetto qualificante. Gli investitori internazioni chiedono un apparato normativo chiaro”.

Richard Greco, dopo aver ricordato la stima che Lincoln aveva per San Marino, ha sottolineato che “il sistema bancario poi dà accesso anche ad altri settori-chiave di un Paese. In questo modo si crea ricchezza per la popolazione”.

 

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