Home FixingFixing Diario della crisi del 25 novembre 2011

Diario della crisi del 25 novembre 2011

da Redazione

Troppi rischi, ha sentenziato Marchionne. Quindi, Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti.

 

di Saverio Mercadante

 

Troppi rischi, ha sentenziato Marchionne. Quindi, Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e “ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto” in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani. L’azienda ha scritto una lettera ai sindacati, nella quale si rende comunque disponibile “a promuovere incontri per finalizzare e valutare le conseguenze del recesso e alla eventuale predisposizione di nuove intese collettive”. Marchionne ha poi specificato sulla situazione delle fabbriche italiane: “L’alleanza con Chrysler ci offre la straordinaria opportunità per affrontare la situazione nei nostri stabilimenti italiani, dove i livelli di produttività sono stati per anni troppo bassi per essere competitivi”. Tutti aspettavano questa decisione ma vederla messa in campo definitivamente fa un certo effetto. Effetto domino, secondo i sindacati. La preoccupazione maggiore dei metalmeccanici della Cgil è infatti l’effetto domino: “Ora il contratto dei metalmeccanici perderà la sua anima più importante, e questo diventerà un precedente rappresentativo”. Il manager Marchionne ha colto l’occasione di parlare di Italia nelle sede della confindustria britannica. In quel paese dove una ricerca condotta dalla High Pay Commission, il gruppo di studio formato dalla Ong Compass, ha denunciato la continua crescita della paga dei top manager britannici nonostante il clima di austerity. Secondo lo studio, negli ultimi 30 anni il salario dell’amministratore delegato di società quotate nel FTSE 100 è aumentato anche del 4.900%. Ad aver raggiunto valori incredibili non è solo il valore in percentuale ma anche la differenza con il salario corrisposto al dipendente medio. “I britannici credono nell’equità; in un periodo di austerity senza precedenti un piccola parte della società, lo 0,1%, continua però a godere di ampi aumenti annuali nel salario”, ha commentato pensando a Monsieur Tafazzi Deborah Hargreaves di High Pay Commission.

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