Home FixingFixing Alessandro Benvenuti: intervista tra “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” e gli anni del Rinascimento delle arti

Alessandro Benvenuti: intervista tra “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” e gli anni del Rinascimento delle arti

da Redazione

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Alessandro Benvenuti, assieme alle gemelle Kessler e a Rosalinda Celentano, aprirà la stagione teatrale 2011-2012 di San Marino. Prima dello spettacolo, ci ha raccontato i suoi esordi, e il fervore della Firenze teatrale.

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di Alessandro Carli


 

Alessandro Benvenuti, assieme alle gemelle Kessler e a Rosalinda Celentano, aprirà la stagione teatrale 2011-2012 di San Marino. In attesa di vederlo alle prese con “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” – l’appuntamento è per venerdì 18 novembre alle 21 sulle assi del teatro Nuovo di Dogana – l’abbiamo intervistato per capire com’è cambiato il teatro rispetto agli anni ’70, anni in cui debuttò sulle scene con i Giancattivi (Athina Cenci e Francesco Nuti).

 

Teatro, cinema, tv: come e perché sono cambiati rispetto a quando lei ha iniziato?

 

“Poco o niente, oppure tanto. E’ cambiato di certo l’accesso dei personaggi televisivi al teatro. Una volta avrebbero avuto molte difficoltà a girare nei circuiti tradizionali. Oggi invece il mercato è più attento ai fenomeni. Agli esordi e nel periodo dei Giancattivi, la credibilità si creava attraverso una militanza. L’influenza delle televisione, negli ultimi 30 anni, è stata massiccia, molto evidente. Nel frattempo sono morti i grandi attori e i grandi registi”.

 

Lei ha esordito negli anni ’70, in piena sperimentazione. Che ricordo ha?

 

“Si è trattato di un momento straordinario: nuove forme di teatro, nuovi linguaggi satirici e comici. E’ stato un periodo di grande vivacità, di rinnovamento; si aveva la sensazione di cavalcare un’utopia. Gli anni ’70 hanno rappresentato il Rinascimento di tutte le arti. A Firenze c’era Kantor che faceva i laboratori, poi Eugenio Barba, il Bread and puppet, il Living theatre, Leo de Berardinis e Perla Peragallo. Non si possono fare i paragoni con il presente: era un’altra epoca”.

 

Le è a San Marino con “Dr. Jekyll e Mr. Hyde”, diretto da Giancarlo Sepe (e in scena al teatro Nuovo di Dogana venerdì 18 novembre assieme alla gemelle Kessler e a Rosalinda Celentano). In che modo la regia ha agito sul ritmo della mise en scene?

 

“La regia di Giancarlo Sepe è un buon modo do sperimentazione: lo spettacolo ha spaccato in due la critica in quanto affonda il colpo allo status quo. Il linguaggio può anche essere pieno di difetti, però osa. La regia, dal palco, è un viaggio onesto, pieno di idee chiare e da chiarire. Durante le prove sono dimagrito di circa 10 chili: Sepe ‘smagra’ (ride). In scena siamo stato stimolati dal tappeto musicale: abbiamo fatto un laboratorio di annullamento nella musica. E’, in estrema sintesi, un affresco dell’epoca vittoriana, una scusa per parlare di quel periodo. La prima vittima di Jack Lo Squartatore venne uccisa a Londra mentre a teatro andava in scena il ‘Dr. Jekyll e Mr. Hyde’. Il regista, durante le prove, ci ha detto che la pièce è in fieri: si è preso la licenza di poterla cambiare sino all’ultimo giorno. E’ un modo pericolossimo di lavorare, una sfida per uomini forti”.

 

Che rapporto ha con le altre forme d’arte?

 

“Sono impegnatissimo sia nella scrittura che nella musica. La musica è la prima arte, nessuno può fare a meno di lei; serve alle altri arti – penso al teatro, o al cinema – ma anche a se stessa. E’ un abito che puoi mettere su tutto. A febbraio uscirò con un cd di canzoni: un’operazione importantissima, che mi vede come musicista e paroliere. Mi sento più musicista che altro… Amo anche il disegno. Mi piace dipingere di nero le pagine bianche, come in ‘Ivo il tardivo’: aggroviglio pensieri”.

 

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