Oggi alle 11 Mario Monti romperà gli indugi e scioglierà le ultime riserve: per quell’ora annuncerà la sua squadra di governo. Sarà un team di tecnici, di personalità di spicco, soprattutto del mondo accademico. Certo, non sono giovinetti, ma anche lui, SuperMario (come il baffuto personaggio del videogioco arcade evergreen, non certo come l’esuberante Balotelli) non è certo uno di primo pelo.
E se di lui non piacciono certi rapporti con il mondo bancario (le banche, prime responsabili di questa crisi mondiale… assieme alla politica, nazionale e continentale) c’è da dire che la sua figura super partes ha incassato apprezzamenti bipartisan.
Ecco perché in molti fanno pressione perché non ci siano esponenti politici nel suo governo: non servirebbero, anzi creerebbero tensioni. E infatti Letta da una parte e Amato dall’altra sono i due nodi che Monti deve sciogliere. Ma il futuro Premier ha le idee chiare, e oggi vedremo cosa sarà scaturito dalle giornate di consultazione.
QUESTO SPREAD NON CI VA GIU’
Intanto chi ha forzato Berlusconi a dimettersi alimentando il fuoco della pira con la benzina dei mercati, e sostenendo che il bandanato non era più gradito come Premier, adesso è costrettoa rimangiarsi tutto. Sì perché anche con Mario Monti, esimio, stimatissimo, il famigerato spread non scende sotto i 500 punti. Oggi è in calo, da 550 siamo passati a 509. Ma la soglia critica di 400 punti è lontana anni luce. E se si deve davvero credere ai mercati, anche Monti, con tutta la sua buona volontà, con tutta la sua esperienza, non riuscirà certo a fare miracoli contro il muro di gomma degli atavici problemi italiani.
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