Home FixingFixing Le fontane di Tonino Guerra, mappa di un viaggio bagnato dall’arte

Le fontane di Tonino Guerra, mappa di un viaggio bagnato dall’arte

da Redazione

Sulle rive del Marecchia, tra “L’albero dell’acqua”, “La fontana della memoria”, “Il tappeto rosso”, “La fontana della chiocciola” e l’amore di Paolo e Francesca.

 

 

Non possono che essere descrizione bagnate di poesia, quelle che accompagnano le descrizioni delle otto fontane sparse nel territorio del Marecchia e pensate – raffinatamente – da Tonino Guerra. Ed è proprio ispirata al fiume che scende verso Rimini l’opera – la prima di Guerra – intitolata “L’albero dell’acqua” e posizionata in Piazza Allende, a Torriana. “Il Marecchia è l’albero dell’acqua – scrive il poeta -. Questa fontana vuole essere un ritratto del nostro fiume che d’estate muove i suoi rami tra i sassi, diventando così l’albero dell’acqua”. “La fontana della memoria” di Poggio Berni è un omaggio alle radici. “Regaliamo all’acqua la nostra immobilità fatta di ricordi. Questo fossile dovrebbe tenere compagnia a chi ha voglia di fermarsi qualche momento e viaggiare nei sentieri nella memoria”. A Santarcangelo di Romagna si erge, nel Villino, “La Fontanella di Francesca da Rimini”, inaugurata nel febbraio del 2003. Sintetico ed essenziale, Guerra la descrive come tante “piccole colonne nere che camminano”. La piccola scultura che ricorda la storia di Paolo e Francesca (e Ganciotto, fratello di Paolo), è composta da due parti: un antico coppo da cui sgorga l’acqua e una vasca triangolare, da cui si stagliano cinque totem in pietra del Furlo. Sempre nel borgo clementino (viale Marini), si incontra “Il prato sommerso”, un’opera composta da due fontane. Appartiene al secolo scorso – con più precisione al 1997 – “Il tappeto rosso” di Cervia (Piazzale dei salinari), realizzata in occasione dei 300 anni della fondazione di Cervia Nuova. Per Guerra è “un tappeto immobile nei sul volo”, che “deve ricordare i mucchi di sale e i canneti con gli uccelli che un tempo riempivano di poesia questi luoghi. Così si è pensato a una fontana, formata da una larga pozza irregolare, colma di una quarantina di centimetri d’acqua, sulla quale c’è un tappeto di mosaico sospeso su diversi getti d’acqua, a formare qualcosa di simile alle nuvole. Il tappeto trasporta alcuni cumuli di sale e un ciuffo di canne: stanno a significare che il mondo della civiltà salinara, coi suoi odori e la sua poesia, i vecchi ricordi delle spiagge di una volta, con le dune e gli uccelli sui canneti, stanno volando via da noi, fissandosi però, con malinconia, nella vostra memoria”. A Sant’Agata Feltria invece è ubicata “La fontana della chiocciola”, lì dove “la chiocciola racconta con parole d’acqua. La fontana – che ha lanciato il primo vagito bagnato nell’ottobre del 1994 – è composta da oltre 300 mila tessere di mosaico policrome e dorate, ed è stata realizzata dall’artista ravennate Marco Bravura. “Da molti anni ho tentato di suggerire, nei giorni più caldi, di fermare tutti gli altoparlanti della riviera e trasmettere il temporale per rinfrescare gli accaldati turisti. Non essendo riuscito in questo, ora il tentativo è di addolcire il sole di questi giorni più caldi dell’estate con ‘Il bosco della pioggia’. Ho sempre amato molto la pioggia”. Con queste parole, Guerra ha descritto la fontana che vive – dal 2000 – in Piazzale Roma, a Riccione. Vola leggera nell’aria della poesia “La fontana delle farfalle” di Sogliano sul Rubicone, inaugurata nell’agosto nel 2003. “Sopra un tappeto, arrivato in Romagna dal deserto africano, alcune farfalle vogliono staccarsi e prendere il volo” scrisse Tonino Guerra. Parole di luce, lievi, come la sua anima.

 

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