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Quello che noi siamo. Tra sogni e catene

da Redazione

Jorge-Luis-BorgesAbbiamo bisogno di sogni. Non fughe ma il bisogno di qualcosa d’importante. Siamo i buffoni della sorte (Shakespeare), siamo l’acqua, non il diamante duro (Borges). E io, io sono i miei sogni, come ci ricorda non un letterato ma un grand’uomo, il dottor Costa parlando di Marco Simoncelli.

 

 

di Simona B. Lenic

 

Abbiamo tutti bisogno di sogni. Non fughe, non scappatoie, ma il bisogno di concentrare le nostre forze in qualcosa in cui crediamo. In qualcosa che a volte solo noi vediamo, solo noi consideriamo davvero importante.

Svegliarsi la mattina e avere uno scopo, un obiettivo che vada al di là delle necessità primarie, qualcosa che fa intuire che noi siamo anche altro. Non siamo solo la fretta, il traffico, la spossatezza che inchioda al divano la sera. Siamo qualcosa di più che carne da telegiornale, pubblicità di profumi, lacrime di orgoglio, di dolore, di insoddisfazione. Siamo qualcosa di più della schiena curva su un banco, una scrivania, un campo.

Possiamo anche fare di meglio che provare fastidio davanti a certe persone, o a certe situazioni. Di meglio che impiegare tempo a etichettare gli altri, pretendendo di conoscerli alla perfezione, noi che così poco conosciamo noi stessi.

Siamo peccatori, e chi non lo ammette pecca più di tutti.

Siamo spaventati, curiosi, furiosi.

Siamo così piccoli che potremmo perderci in un pugno, se capitassimo nella mano sbagliata.

Siamo così infiniti, da poter contare ogni nostro passo, senza mai scorgere il mistero che li racchiude tutti.

Jorge-Luis-BorgesSiamo così imprevedibili, da cambiare strada per seguire un sorriso, se solo pensiamo che sia un sorriso buono.

Siamo “le catene che ci siamo forgiati”, direbbe Charles Dickens. Siamo i buffoni della sorte, come il Romeo di Shakespeare. “Siamo l’acqua, non il diamante duro / che si perde, non quella che riposa” scrive Borges (nella foto). Ed è bello pensare che quando ce la mettiamo tutta, quando non ci arrendiamo, costi quel che costi, in quel momento lì succede qualcosa che nemmeno il sole è in grado di fare, perché in quel momento lì – come ha scritto il dottor Costa parlando di Marco Simoncelli – “io sono i miei sogni”.

 

www.simonalenic.it

 

 

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