Proprio in questi giorni in fiera a Milano a Eicma viene presentata Trilogy, auto elettrica frutto di un affascinante sodalizio economico italo-cinese. Tre posti, city car dagli standard altissimi, sarà assemblata a San Marino.
di Loris Pironi
SAN MARINO – Dopo la profusione di belle parole e auto-elogi (anche perché da fuori ne sono arrivati pochini, ma si sa, fa più notizia una bocciatura di una promozione) seguiti al rapporto dell’OCSE che ha dato parere favorevole al cammino percorso da San Marino, in attesa che alle dichiarazioni d’intenti seguano i fatti nell’ambizioso progetto del Parco Scientifico e Tecnologico, possiamo finalmente dare una buona notizia. Ma soprattutto una notizia vera, nel senso che s’incomincia a vedere il frutto di un lavoro portato avanti nel silenzio e arrivato già ad un risultato concreto. Perché non ci nascondiamo dietro un dito, sono i risultati concreti quelli di cui si ha più bisogno, quelli che ancora faticano ad arrivare.
Dopo questo preambolo arriviamo finalmente al sodo: a San Marino verrà assemblata, per i mercati di tutta Europa, un’auto elettrica prodotta in una virtuosa sinergia con l’Italia e con la Cina. Un’auto elettrica innovativa, studiata per i mercati asiatici ma destinata – nelle ambizioni – a invadere il nostro caro Vecchio Continente, in quanto dotata di caratteristiche specifiche studiate appositamente per conquistare una nicchia di mercato finora senza reali competitor.
La vettura è per il momento ancora un prototipo: è stata presentata in anteprima venerdì scorso in occasione del forum ‘San Marino meeting point dello sviluppo’, al Kursaal, come case history da cui trarre ispirazione. La presentazione ufficiale, in grande stile, è in programma invece proprio in questi giorni a Eicma, Milano.
Ma già, dopo averla vista (e sentita, ovviamente silenziosissima), dopo esserci fatti raccontare la sua storia dai protagonisti di questa nuova avventura, qualcosa possiamo svelare di questo progetto industriale di green economy di alto livello.
TRILOGY: LA SCHEDA |
Tre partner per Trilogy
Il primo partner è Maggiora. Un brand da favola, in Italia, per quello che riguarda il design. Una storia nata con i pionieri (e gli artigiani) dell’automobile, nel 1925, e proseguita con alterne fortune sino ad oggi, passando da una crisi aziendale profonda e da una rinascita da manuale. A rappresentare Maggiora è Filippo Gemelli, colui che ha scommesso sul Titano e sulle sue opportunità, portandosi dietro il secondo partner, una multinazionale cinese ai vertici di un mercato nazionale dell’automobile – quello del Dragone – che dal 2008 ad oggi è diventato il primo al mondo in assoluto, sia in termini di fabbricazione di veicoli sia di consumo. Questo secondo partner è Wonder International Group, gruppo con trent’anni di attività alle spalle, quattro settori specifici di produzione di parti di automobili prodotte anche per conto terzi (motori elettrici, valvole, meccanismi di sicurezza passiva e attiva e ammortizzatori: per quest’ultima specifica è recentemente diventato fornitore ufficiale di Fiat). Sul Titano, a spiegare l’impegno di Wonder, è il Chairman Zhao Qingjie.
Il terzo partner è ovviamente sammarinese, e qui stiamo parlando di un work in progress, di una “scatola” che deve essere riempita, di una realtà in divenire che cattura senza dubbio l’attenzione. La società c’è già, si chiama OSMA Srl, Officine San Marino Automobili. La sede dello stabilimento non è ancora stata individuata, ma è questione di tempo.
Il progetto industriale
Trilogy è una vettura destinata prevalentemente al mercato asiatico, ma potenzialmente appetibile anche in Europa e non solo. Maggiora ci metterà il design, il marchio (lo storico Innocenti) e il made in Italy. Wonder Group invece rappresenta la tecnologia d’avanguardia. E San Marino l’assemblaggio, il lavoro ultimo prima della spedizione in tutta Europa.
“Il progetto stava già prendendo altri lidi – spiega il trait d’union Antonio Valentini – quando è stato letteralmente intercettato da San Marino, grazie anche all’intuizione di Fiorenzo Stolfi”. Il contatto tra Filippo Gemelli e la Wonder era già in piedi da diversi anni, e l’idea di realizzare una city car green di ultima generazione era già in fase di arrivo.
“San Marino – aggiunge Filippo Gemelli, di Maggiora – ci ha mostrato i suoi fattori di appeal: le dimensioni del Paese e la velocità di risposta che abbiamo avuto ci hanno confermato l’interesse di questa location. Così abbiamo deciso di avviare qui il progetto, che potrebbe essere solo il primo di una serie. Siamo qui perché a San Marino hanno saputo ascoltare le nostre esigenze, e metterci a disposizione quello che ci serviva. È stato questo l’elemento decisivo”.
Trilogy poi è solo un progetto: le ambizioni e le idee, che Filippo Gemelli trattiene a stento tra i denti, sono estremamente coinvolgenti e potrebbero vedere il Titano fungere da crocevia tra il made in Italy e le sterminate distese commerciali del mercato cinese. In virtù anche dei rapporti di storica durata tra San Marino e la Cina.
OSMA Srl, dicevamo, è invece ancora un soggetto in divenire. “OSMA è un’azienda voluta da San Marino, in cui può entrare chiunque desideri far parte di questa esperienza – spiega ancora Filippo Gemelli – Non ha ancora una sua identità specifica e può essere composta da chiunque ci creda. Sarà composta da tutti quei soggetti che decideranno di essere nostri partner. Intanto è sponsorizzata da Wonder e da Maggiora”.
In un mercato dell’auto in crisi come si può inserire un progetto di questo tipo?
“Abbiamo tutti assistito alla rovina progressiva dell’industria italiana dell’auto, costretta a ridimensionarsi in condizioni di grande difficoltà. Noi invece siamo una realtà che proviene da altri business, abbiamo in mano un pacchetto pieno di contenuti ma senza personale, con un progetto che ha tutto ciò che serve per inserirsi su un mercato interessante, dal grande design all’attenzione per l’ambiente e per la sicurezza”.
Per concludere inevitabili le domande sull’ordine di grandezza dell’investimento iniziale, sui tempi e la portata occupazionale del progetto.
“Per dare vita ad un qualsiasi progetto automobilistico – conclude Gemelli – occorrono mediamente dai 15 ai 20 milioni di euro. E in linea teorica già domani saremmo in grado di girare la chiave della produzione, detto questo dovremo prima attendere almeno qualche mese per dare vita anche al servizio di postvendita Infine, per quanto concerne l’occupazione, poiché questo veicolo ancora non ha una storia, fare una previsione diventa difficile: diciamo che pensiamo di partire con una quindicina di addetti, fermo restando che quando partirà la produzione andremo ad adeguare la struttura alle esigenze del mercato”.
GUARDA LA FOTOGALLERY DI TRILOGY