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San Marino, i lavoratori frontalieri sulle barricate: “Saremo contro tutti”

da Redazione

“La questione della franchigia è certamente complessa”. Sono le parole prive di illusioni, farcite di un nero realismo, di Maurizio Morigi rappresentante del Coordinamento Frontalieri di San Marino.

di Saverio Mercadante

 

SAN MARINO – “La questione della franchigia è certamente complessa”. Sono le parole prive di illusioni, farcite di un nero realismo, di Maurizio Morigi rappresentante del Coordinamento Frontalieri di San Marino.

“Potrebbe essere prorogata all’interno del cosiddetto decreto sviluppo – prosegue Morigi – o nella legge di stabilità ma a questo punto francamente sembra impossibile. A breve dovremmo avere un incontro con i parlamentari locali della maggioranza e dell’opposizione ai quali chiederemo un impegno vero per inserire il prima possibile la proroga”.

E qui riecheggiano le affermazioni di grande preoccupazione dell’on. Marchioni: “C’è un’estrema preoccupazione perché il governo continua a non affrontare il problema. Si continua a parlare di nuove soluzioni possibili, di nuove alternative, ma poi non si arriva mai al dunque, alla firma di questi trattati. Solo annunci”.

“Sull’incontro tra il Segretario Mussoni e il ministro Sacconi – sottolinea Morigi – esprimiamo stupore e molte perplessità. Si era parlato di un fantomatico incontro all’inizio dell’anno, poi di un accordo sul tavolo di Frattini già in autunno. Ma autunno di quale anno, ci chiediamo? A Mussoni abbiamo ancora sottolineato che i tempi lunghi della politica sono insufficienti, non bastano più. A noi serve una sola cosa: il ripristino della franchigia. Sul versante italiano intanto continuiamo a partecipare al tavolo del comune e della provincia. Verificheremo i risultati di quest’altro incontro, ma è chiaro che siamo pronti, a fronte di una situazione che non trova nessuno sbocco positivo, a prendere iniziative di altro tenore. Se inevitabilmente si inaspriranno i conflitti sociali, i responsabili non saremo noi lavoratori, ma i politici e le istituzioni dovranno ritenersi direttamente responsabili. Per essere chiari: a fine anno ci arriviamo, aspetteremo ancora. Ma se la situazione rimarrà la stessa con inevitabili gravi ripercussioni sul futuro economico dei seimila frontalieri che lavorano a San Marino ci saranno delle inevitabili conseguenze. Il CSIR, la provincia e il comune di Rimini non sono disposti ad organizzare manifestazioni a Roma. Il sindacato meno che meno. Siamo rimasti da soli, noi lavoratori. Quindi, quando saremo incazzati oltre misura passeremo ad iniziative autonome. Aspetteremo ancora sino alla fine dell’anno, non fateci arrivare allo scontro sociale, ma è evidente che se le cose non cambiano potremmo giungere a iniziative conflittuali. Non abbiamo un’organizzazione e soprattutto fondi economici per mettere in piedi una manifestazione a Roma. Però, non c’è dubbio che faremo il massimo affinché questa situazione si risolva. Apprendiamo anche con un certo stupore che la FLI e la CSU si sono improvvisati movimento pro frontalieri in questi ultimi giorni. C’è stato un comunicato stampa congiunto dove si dice che da mesi stavano mobilitando i delegati sindacali per risolvere il problema della franchigia. Lo hanno sognato evidentemente: se si fossero veramente mossi in questo senso il Coordinamento frontalieri non sarebbe nemmeno nato. In ogni caso, facciamo un appello a una necessaria unità. Ripeto: percorreremo tutte le vie possibili e immaginabili per arrivare a un risultato positivo senza avere scontri con nessuno, fino all’ultimo minuto utile. Ma vi garantisco che più ci avvicineremo alla fine dell’anno più saremo lavoratori contro tutti. Andremo dritti per la nostra strada. Sul fronte interno sembra che ci sia la volontà politica per una restituzione almeno del 50% della supertassa. Aspettiamo di vederla scritta nero su bianco. Verrebbe da dire: piuttost che gnint, l’è mei piuttost. Insomma, è una toppa malfatta. Rimane il fatto che a tutt’oggi non c’è ancora nessuna notizia certa”.

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