Home Tempo LiberoEventi San Marino meeting point, l’economista Pelanda: il Titano capitale del Mediterraneo

San Marino meeting point, l’economista Pelanda: il Titano capitale del Mediterraneo

da Redazione

“E’ un’idea che è uscita da San Marino di cui  io mi faccio partavoce: la nascita di un mercato mediterraneo. Dirò di più, San Marino dovrebbe diventare la capitale del Mediterraneo”. A sostenere questa tesi è Carlo Pelanda, economista, al forum San Marino meeting point dello sviluppo.

“E’ un’idea che è uscita da San Marino di cui  io mi faccio partavoce: la nascita di un mercato mediterraneo. Dirò di più, San Marino dovrebbe diventare la capitale del Mediterraneo”. A sostenere questa tesi è Carlo Pelanda, economista, al forum San Marino meeting point dello sviluppo.

Pelanda entra subito nel vivo della discussione: “Non esiste un mercato mediterraneo eppure dovrebbe esserci un grande interesse per lo sviluppo di uno specifico mercato mediterraneo con regole, standard amministrativi, doganali e isituzioni specifiche. Eppure il Mediterraneo è un muro per moltivi religiosi, politici e storici”.

C’è dunque un enorme potenziale. “Ma l’UE – prosegue Pelandra – vede il Mediterraneo come un sud da includere nell’area UE. Potrebbe essere una grande opportunità per il sud Italia. Esiste un sovraccarico di produzione con poco carico demografico e una costa africana con poco know how e grande capacità demografica. Secondo uno scenario basato su sei varianti economiche, che di fatto che consentirebbero più scambi: sarebbe possibile un aumento del 15% del PIL all’anno”. Di conseguenza “sarebbe molto interessante promuovere a San Marino un incontro tra gli uomini di business dell’area mediterranea sino al Mar Nero, che mettano a punto una serie di proposte per creare un’area di mercato del Mediterraneo regolamentata e riconosciuta dagli stati. Nel quarto secolo avanti Cristo esisteva un’area del Mediterraeno regolata da una moneta coperta da una sorta di assicurazione, un mercato che si chiamava, ecumene, casa nostra. Ma poi i romani lo distrussero”. Ritornare indietro di duemilacinquecento anni, dunque, potrebbe essere un passo avanti enorme.

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