Home NotizieSan Marino Credito Sammarinese, i dipendenti: “Dov’erano i controllori di BCSM e Governo in questi anni?

Credito Sammarinese, i dipendenti: “Dov’erano i controllori di BCSM e Governo in questi anni?

da Redazione

Credito_SammarineseAncora una lettera aperta arriva da parte dei dipendenti del Credito Sammarinese e della finanziaria Polis. Se le negligenze della gestione precedente al commissariamento erano palesi, dov’erano Banca Centrale e il Governo, che dovevano controllare?

SAN MARINO – Ancora una lettera aperta arriva da parte dei dipendenti del Credito Sammarinese e della finanziaria Polis. “Unitamente al sindacato – scrivono – che ci ha sempre appoggiato e sostenuto in questi mesi di incertezze e di precarietà, abbiamo combattuto la nostra battaglia che aveva l’unico obiettivo di salvare il nostro posto di lavoro, di non gettare via anni di impegno e di sacrifici personali e professionali, di non perdere quella che per molti di noi è la principale fonte di sostentamento e l’unica certezza in un presente quanto mai incerto”.

Credito_Sammarinese.jpgL’incubo dei dipendenti, un incubo prima giudiziario e poi amministrativo, come scrivono, “distrugge i sogni e le speranze di tutti noi e delle nostre famiglie, che azzera le aspettative ed i progetti, che avvilisce e mortifica le nostre professionalità e la speranza di ricostruirci un futuro lavorativo”.E poi l’urto con il muro di gomma “fatto di promesse, di solidarietà, di pacche sulle spalle e di ‘state tranquilli’ spesso sussurrati con un mezzo sorriso sulle labbra”.

E’ palese – prosegue la lettera aperta – il tentativo di far pagare a noi dipendenti il conto delle inefficienze della precedente gestione, di chi deve vigilare, di chi ha la responsabilità politica di gestire le continue emergenze del nostro Paese e di dare un futuro a noi tutti. E’ chiaro oggi che l’obiettivo era soprattutto quello di salvare i correntisti, molti dei quali sammarinesi. E’ palese che l’agnello sacrificale per cercare di migliorare i travagliati rapporti con l’Italia doveva essere il Gruppo Credito Sammarinese. E’ altrettanto evidente che una volta sistemati i clienti, salvati i depositi e concluso lo smembramento di ciò che resta della banca e della finanziaria, passi in secondo piano tutto il resto”.

I dipendenti del gruppo non vogliono “che cali il velo dell’oblio sul nostro destino”. “Noi non siamo diversi dalle altre centinaia di lavoratori che hanno perduto il loro lavoro, non ci sentiamo privilegiati rispetto agli altri anzi, semmai, siamo stati penalizzati dal ‘tritacarne mediatico’ che ha devastato le aziende di cui siamo dipendenti. La differenza fondamentale è che Credito Sammarinese e Polis sono ‘soggetti vigilati’ e come tali assoggettati a controlli stringenti, approfonditi e continuativi. Ebbene, dopo quello che è successo, è legittimo chiedersi, preso per assodato che le inefficienze della gestione precedente erano note a tutti gli enti di controllo, dove erano i controllori interni e dove erano Banca Centrale ed il Governo in questi ultimi anni. Questa è la differenza fondamentale. La perdita dei nostri posti di lavoro è conseguenza diretta della carenza di controlli che doveva impedire in maniera tempestiva che avvenisse tutto ciò che poi, purtroppo, è avvenuto. E non ci si può neanche giustificare tirando in ballo gli interventi della Magistratura che ha bloccato le iniziative di Banca Centrale: questo è un serio problema che riguarda il coordinamento tra i poteri dello Stato, non è serio né giusto buttare sulle spalle dei lavoratori anche questo”.

Per i dipendenti di CS e Polis “è finito il tempo delle promesse”: “ora pretendiamo atti e fatti concreti”.

Oggi pomeriggio intanto si saprà qualcosa di più sul loro destino. “Saremo presenti alla riunione assieme agli amici del sindacato per capire cosa hanno pensato Governo e Banca Centrale per ricollocare le nostre professionalità, per ridare un futuro a noi ed alle nostre famiglie. Considerando quanto avvenuto non ci aspettiamo grandi novità, ma vogliamo essere fiduciosi ancora una volta. Vogliamo dare un’ultima prova di appello al Governo. Non ci accontenteremo di vaghe promesse o di possibili “possibilità”, vogliamo che sia usata la stessa tempestività e formalità messa in campo per garantire il salvataggio della clientela con le 6 banche del pool, anche i nostri destini debbono essere affidati ad un chiaro e formale accordo scritto, che riteniamo debba essere affiancato da una integrazione del Decreto n. 169 dell’11 Ottobre 2011. Questa indispensabile modifica al Decreto n. 169, che sarà sottoposto al CGG per la ratifica, dovrà prevedere concrete misure a salvaguardia e protezione dei lavoratori del settore che si trovano nelle nostre stesse condizioni e dovrà contenere concreti incentivi per il loro reinserimento lavorativo nel settore bancario, finanziario ed assicurativo e negli organismi di controllo”.

“Crediamo necessaria questa modifica – concludono – non solo per noi stessi ma per l’intero sistema bancario, in caso contrario non smetteremo di far sentire la nostra voce con tutti i mezzi a nostra disposizione”.

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