Home FixingFixing Diario della crisi del 21 ottobre 2011

Diario della crisi del 21 ottobre 2011

da Redazione

Il 23 ottobre ci sarà qualcuno che verrà con il doppio cappotto al summit europeo. Il rischio di una gelata, una di quelle che si ricorderanno per anni, è più che reale.

 

 

di Saverio Mercadante

 

Il 23 ottobre ci sarà qualcuno che verrà con il doppio cappotto al summit europeo. Il rischio di una gelata, una di quelle che si ricorderanno per anni, è più che reale. “È la settimana più cruciale per la Grecia e l’Eurozona”, ha sottolineato senza mezzi termini il premier greco George Papandreou. La Germania nicchia, è troppo prudente, Berlino ha gelato le attese mandando in stress i mercati all’ inizio di una settimana decisiva per il futuro dell’Eurozona. La Germania non ci sta: attendersi troppo dal summit Ue, ha avvertito Berlino, potrebbe essere controproducente. La strada per uscire dalla crisi è ancora lunga. Troppa carne al fuoco, la gatta frettolosa fece i gattini ciechi: la concessione di una nuova tranche del prestito alla Grecia, il potenziamento del fondo salva-Stati Efsf, il piano di ricapitalizzazione delle banche e le proposte per rafforzare ulteriormente la governance economica. L’Europa rischia di uscire dal summit ancora più divisa mentre i nuovi poveri in Italia crescono senza sosta. Il rapporto Poveri di diritti elaborato dalla Caritas-Fondazione Zancan ha scattato una fotografia impietosa dell’Italia. Secondo la ricerca, infatti, tra il 2007 e il 2010, le richieste di aiuto economico ai Centri d’ascolto Caritas sono cresciute dell’80,8%. E il fenomeno dei “nuovi poveri” ha assunto dimensioni sempre più drammatiche. La fascia di popolazione più colpita è quella dei giovani, il cui numero è incrementato del 59,6%. I più deboli, però, rimangono sempre gli stranieri, soprattutto gli immigrati che vivono da soli e hanno tra i 25 e i 44 anni. Tra i problemi segnalati degli intervistati, la povertà economica, ma anche le difficoltà a trovare un lavoro e una casa. Caritas e la Fondazione Zancan hanno rilevato inoltre incongruenze fra i ritratti del Paese forniti dai dati Istat, Eurostat o Bankitalia, e la drammatica realtà evidenziata dalle loro ricerche.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento