Ha superato il numero di visitatori del New York Times e conta 30 mila collaboratori. E ora l’Huffington Post si prepara a invadere il pianeta. Nascono 14 nuovi siti in altrettanti Paesi. Dopo Inghilterra e Francia aprirà presto una sede anche in Italia.
di Saverio Mercadante
L’Huffington Post invade l’Europa. Dopo il Canada, nello scorso maggio, e la Gran Bretagna, in luglio, e la Francia, a metà novembre, aprirà presto una redazione anche in Italia. I prossimi paesi dove Arianna Huffington porterà la sua creatura saranno Brasile Spagna e Turchia. L’obiettivo finale dell’invasione: quattordici nuovi siti in altrettanti paesi. Dopo aver intascato 315 milioni di dollari da AOL, aver superato il numero dei visitatori del New York Times, aver raggiunto il numero di 30.000 collaboratori. E qualche problemino con i suoi cosiddetti collaboratori l’ha avuto.
Hanno molto protestato perché dopo l’acquisizione di AOL volevano essere pagati. Ma la supergiornalista li ha ripagati con tanto cinismo: “L’Huffington Post è sia una testata editoriale che una piattaforma collaborativa: come piattaforma siamo accessibili alle persone che vogliono esprimere il loro punto di vista, parlare della loro passione, delle loro idee politiche. Più di 20.000 blogger ci propongono i loro contenuti. Non si tratta di vero lavoro, nessuno li obbliga a scrivere. E’ il principio di internet. Gli internauti che aggiornano Wikipedia non sono certo pagati’’. La fusione con AOL ha provocato conseguenze molto positive: investimenti nello sviluppo di una ventina di siti specializzati. Ed è una piattaforma straordinaria che porta molto traffico attraverso la sua home page. La testata occupa 350 giornalisti nella sede centrale e conta collaboratori in 857 città Usa, in tutto 1.400 persone. Per la fondatrice dell’ Huffington Post, quello attuale è “un periodo incredibile in termini di creatività e di offerta di informazione. Siamo in una età dell’ oro del giornalismo”.
E in effetti stanno emergendo nuovi modelli di aziende editoriali, come ad esempio ProPublica: funziona come una Fondazione senza scopo di lucro e ha appena vinto un Premio Pulitzer.
Lo scopo di questa invasione mondiale dell’Huffpo è sviluppare il marchio fondato su quattro elementi: la selezione e la presentazione, attraverso link alle fonti, dei migliori articoli del web; i blog; le inchieste originali e i commenti dei lettori.
La regina dei blog on line aprirà ora altri 14 siti in altrettante nazioni.
“Per ognuno ci sarà una redazione di giornalisti locali che scriveranno ovviamente nella lingua del Paese. Creeremo una competizione che gioverà a tutti: a me interessa portare buon giornalismo ai lettori, non importa che sia prodotto da noi oppure da altri”, ha dichiarato al Corriere della Sera”, la giornalista greco americana, presente a Milano nei giorni scorsi allo IAB Forum 2011.
L’Huffington Post, il più influente superblog d’informazione online degli Stati Uniti sbarcherà dunque in Francia, grazie a un accordo con il quotidiano Le Monde.
Il sito (www.thehuffingtonpost.fr) che sfrutta l’onda lunga delle prossime elezioni presidenziali del 2012, sarà qualcosa di differente e di più ambizioso di una semplice replica francese. Sarà redatto da giornalisti francesi, all’inizio solo una piccola redazione di otto persone, inoltre sarà molto attaccato alla cultura locale. Grazie alla partnership con Le Monde, l’Huffington Post potrà associare il meglio del giornalismo tradizionale e le nuove tecnologie più avanzate oltre ai nuovi media. Il sito francese sarà costruito da zero, a partire dalla tecnologia dell’Huffington Post. Il gruppo Le Monde controllato dagli investitori francesi Pierre Bergè, Xavier Niel e Matthieu Pigasse, affiancherà alla sua edizione quella di un sito partecipativo su temi di interesse giornalistico.
“Allearsi con il migliore in questo ambito era quanto di meglio potesse sperare”, ha chiosato con modestia la giornalista.
Il sito francese proporrà un mix di informazioni, divertimento, opinioni e blog, tratterà di temi d’attualità e di politica, ma anche di cultura, media, lifestyle, sarà un sito di informazione ma anche una piattaforma d’espressione. Inoltre ospiterà gli interventi di grandi firme del giornalismo e di note personalità. Lo sbarco in Inghilterra sembra invece essere anche legato a motivi personali: la Huffington ha vissuto 10 anni tra Londra e Cambridge. Ma sono anche molto concreti i motivi che probabilmente hanno fatto preferire l’Inghilterra ad altri paesi: la facilità di adattamento di un sistema come quello dell’HP verso un territorio che utilizza la stessa lingua: le homepage dei due siti (americano e inglese) infatti differiscono solo per piccoli dettagli. Nel secondo le categorie principali sono diminuite: niente divisione tra media, tech e comedy ma una macrosezione indicata semplicemente come lifestyle. Spunta anche la dicitura celebrity, scelta che non stupisce dato l’amore degli inglesi per questioni scandalose in genere. L’obiettivo sembra dunque quello della minima spesa in termini di tempo, tecnologie e competenze per una massima resa: provare ad aumentare i già impressionanti numeri del sito americano. Per l’edizione inglese Arianna ha reclutato alcune delle personalità più in vista del mondo politico e culturale inglese, come l’ex premier laburista Tony Blair e l’attuale ministro conservatore Jeremy Hunt.