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Insediamento dei Capitani Reggenti, disoccupazione e cambiamento, nel discorso della Reggenza

da Redazione

San Marino 1 ottobre 2011. Insediamento dei Capitani Reggenti, il discorso della Reggenza (testo integrale)

 

SAN MARINO – La Reggenza accoglie con sentimenti di viva gratitudine il messaggio augurale appena pronunciato dal Vice Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato in Repubblica, l’Ambasciatore Giorgio Marini, in sostituzione del Nunzio Decano del Corpo.

 

Un messaggio che Monsignor Giuseppe Bertello ha inteso comunque far pervenire in questa circostanza, richiamando gli alti valori che permeano l’antica Repubblica del Titano, la sua storia, la sua cultura e le sue radici cristiane, che sono state così mirabilmente evocate anche nella storica visita pastorale a San Marino, compiuta nello scorso mese di giugno da Sua Santità Benedetto XVI.

 

La visita del Pontefice ha rappresentato un momento di gioia autentica per tutti i Sammarinesi, accendendo nel popolo e nelle sue Istituzioni un sentimento di condivisione e di speranza che induce all’esigenza di riappropriarsi pienamente di quella cultura della pace che ci distingue da secoli e che è intimamente connessa ai valori di libertà, di democrazia e di pieno rispetto dei diritti umani, sui quali si fonda l’identità sovrana della nostra Repubblica.

 

Con sentimenti di alta stima e di sincera gratitudine la Reggenza accoglie oggi il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione della Repubblica Italiana, On.le Renato Brunetta, nell’incarico tanto caro ai Sammarinesi di Oratore Ufficiale della odierna Cerimonia di Insediamento dei nuovi Capitani Reggenti.

 

Al Ministro Brunetta la Reggenza rivolge il più vivo ringraziamento per essere nuovamente salito sul Titano a testimoniare un’amicizia ed una collaborazione che mai ha mancato di offrire frutti importanti nell’interesse reciproco e per l’armonico sviluppo delle relazioni bilaterali.

 

Vogliamo cogliere questa occasione per ringraziare il Ministro Brunetta non solo per il costante rapporto di collaborazione che continua a mantenere con il nostro Paese, ma anche per la sua personale amicizia e per il suo convinto impegno, volto al superamento delle persistenti criticità del rapporto bilaterale.

 

Siamo certi che potremo continuare a confidare in questa amicizia e che essa contribuirà in modo determinante alla completa definizione e normalizzazione dei rapporti fra i nostri Stati.

 

Un particolare saluto la Reggenza rivolge ai Rappresentanti Diplomatici e Consolari di più recente accredito, ai quali formula l’auspicio di poter rafforzare l’intesa e la collaborazione bilaterale e multilaterale, favorendo la miglior conoscenza ed affermazione dei rispettivi Paesi e promuovendo una sempre maggior cooperazione internazionale.

 

Soltanto dieci giorni fa, la Reggenza che oggi termina il mandato ha concluso il proprio semestre con la visita al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, attraverso la quale è stato confermato il rapporto secolare di amicizia e collaborazione che unisce i due Stati e sottolineata la necessità di recuperare al più presto quel collante di fiducia e di disponibilità che possa riattivare la cooperazione nei settori chiave per la crescita economica, sociale e civile dei nostri popoli.

 

Il pieno inserimento della Repubblica di San Marino nel contesto delle Nazioni richiama inevitabilmente il dovere di uno Stato, piccolo o grande che sia, di commisurare il proprio impegno e le proprie capacità per affrontare le maggiori sfide globali in una nuova ottica di cooperazione internazionale piena ed effettiva.

 

Riteniamo che il percorso intrapreso da San Marino, soprattutto all’interno del sistema delle Nazioni Unite, dinnanzi alle minacce globali che legano in modo sempre più diretto, i destini di tutti i popoli, sia rispondente alla necessità di contribuire al coordinamento delle politiche nazionali ed internazionali per un’azione comune, volta ad affrontare gli innumerevoli aspetti di una crisi economica e finanziaria globale che, inevitabilmente, provoca altrettanto gravi crisi che colpiscono moltissimi Paesi.

 

Pensiamo con preoccupazione alla disoccupazione, particolarmente nel settore giovanile, alla sicurezza alimentare, alla salute pubblica, al disarmo e alla non proliferazione delle armi, alla lotta al terrorismo; minacce tutte interdipendenti e riconducibili a quella, altrettanto drammatica, alla sicurezza e alla pace nel mondo.

 

Dinnanzi a queste sfide globali, che richiedono riflessioni profonde sul modo in cui funzionano le nostre società ed un ripensamento degli attuali modelli economici, mettendo in luce una crisi di sistema, San Marino sostiene il ruolo di leadership delle Nazioni Unite nella Global Governance, punto di riferimento essenziale per l’intera comunità internazionale, come opportunamente richiamato anche nell’intervento di pochi giorni fa, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri.

 

La Reggenza sarà garante e sovrintenderà alla prosecuzione di quel percorso di adeguamento agli standard internazionali nell’ambito della trasparenza e della cooperazione internazionale in materia economico-finanziaria ed allo stesso modo vigilerà sull’assiduo e determinato impegno profuso dal Governo nella lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo, facendo sì che le volontà e le decisioni politiche possano essere fortemente sostenute dall’impegno e dalla condivisione della società civile.

 

La Reggenza, in questo particolare periodo storico, riconosce come principale sfida per il popolo sammarinese la necessità e l’opportunità del cambiamento, che sta avvenendo fuori di noi e dentro i nostri confini.

Ogni cambiamento storico è contraddistinto da un passato dal quale si proviene, da una transizione che comporta difficoltà e da un futuro che è frutto della convinzione e dell’impegno che un popolo esprime nell’affrontare la sfida che ogni periodo di rinnovamento porta con sé.

 

Le differenti condizioni politiche internazionali hanno richiesto a San Marino un processo di ammodernamento e di ripensamento rispetto alle condizioni del passato.

 

Un processo che porta con sé inevitabili preoccupazioni, proprie della necessità per un Paese di modificare radicalmente il proprio paradigma economico in pochissimo tempo.

 

San Marino, all’interno del contesto globale, proviene da un passato recente che l’ha visto cogliere le opportunità che il contesto internazionale offriva, migliorando le proprie condizioni economiche; questo ruolo ha permesso ai giovani, come mai prima, di varcare i confini della Repubblica per conoscere il mondo esterno, formarsi e crescere, sia dal punto di vista di una maggiore scolarizzazione, sia da quello di una maggiore professionalizzazione e di acquisizione di significative esperienze.

 

Da un diffuso benessere sono nate opportunità di crescita per i professionisti, per gli operatori economici, per la cittadinanza in generale.

 

Lo stato sociale e il livello di conquista sul piano dei diritti della persona ha potuto raggiungere livelli molto alti.

 

Oggi viviamo la fase più complessa, quella della transizione da un modello economico ad uno nuovo.

 

La Reggenza esprime profonda consapevolezza delle difficoltà che il Paese vive, è particolarmente vicina a tutti coloro che nutrono incertezze ed in particolare esprime vicinanza ai cittadini che pagano il prezzo più alto in questa fase storica.

 

Il lavoro è ciò che rende l’esistenza dell’uomo completa, fruttuosa, connessa armonicamente con gli altri individui di una società, che oggi è proprio colpita e messa alla prova nella possibilità di operare quotidianamente per la crescita del sistema Paese.

 

Portiamo consapevolmente il peso di quella parte di cittadinanza, precari, lavoratori in mobilità, disoccupati, che oggi faticano maggiormente a guardare con fiducia al futuro.

 

La politica, in questo quadro, è chiamata oggi ad una grande sfida: porre le condizioni strutturali perché una nuova San Marino possa vedere la luce.

 

La stagione delle riforme è iniziata e va portata avanti con continuità e senza incertezze.

 

Le riforme, per essere condivise dalla popolazione e sopportabili da parte di tutti, devono poggiare su tre cardini: sulla giustizia, e cioè chiedendo a ciascun settore economico e a ciascun individuo la parte che può fare, sulla solidarietà, intesa come necessità di prestare un’attenzione particolare alle fasce di popolazione più deboli come dovere morale e forte, e sulle esigenze di un nuovo modello di sviluppo che garantisca prospettive future.

 

Chiediamo alla maggioranza di farsi carico delle sue enormi responsabilità, coinvolgendo tutto il Paese, forze di opposizione, parti sociali, categorie economiche, rappresentanze sindacali.

 

Chiediamo un confronto vero e appassionato sui contenuti, sulle prospettive di sviluppo e sugli scenari economici e sociali per cui vogliamo lavorare, ben sapendo che solo se ampiamente condivisi da tutti potranno essere supportati e sviluppati negli anni a venire, prescindendo dal contesto politico del momento.

 

Chiediamo alla maggioranza impegno e condivisione ed una comunicazione franca e consapevole con la cittadinanza, così come all’opposizione chiediamo di distinguere nettamente ciò che è diatriba politica dall’impegno a confrontarsi e a contribuire per quelle riforme strutturali che servono alla Repubblica e alle generazioni che verranno.

 

Ogni momento di crisi porta con sé anche grandi possibilità di crescita.

 

Quando, anche nel recente passato, il popolo sammarinese ha vissuto periodi di difficoltà, è sempre emerso l’attaccamento alla nostra terra, l’unione fra i cittadini ovunque residenti, la consapevolezza di appartenere alla stessa tradizione ed alla stessa storia, come membra diverse dello stesso corpo.

 

Oggi San Marino ha davanti a sé la sfida dell’internazionalizzazione, la possibilità di essere conosciuta e di farsi conoscere nel mondo sotto una nuova ottica, ricercando profili di modernità e di avanguardia, senza dimenticare ciò che la rende davvero unica e straordinaria agli occhi del mondo: la sua tradizione, e la sua storia.

 

Siamo certi che la nostra Repubblica saprà vincere anche questa sfida.

1 ottobre 2011

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