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San Marino, il contratto industria: volontà di chiudere. Fixing intervista Carlo Giorgi (ANIS)

da Redazione

giorgi_carlo_ANISSan Marino Fixing intervista Carlo Giorgi, Segretario Generale ‘ANIS: le Istanze d’Arengo, i fatturati in sofferenza delle imprese alla ripresa di settembre, il decreto Mussoni “dimezzato” dalle mediazioni e, soprattutto, il contratto industria da firmare.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Anche in vista del prossimo Semestre Reggenziale ANIS presenterà alcune Istanze d’Arengo. Quattro per la precisione, che vanno ad aggiungersi alle sette già votate da aprile a settembre. Tra queste spiccano quella per il pareggio di Bilancio e la riduzione delle festività.

giorgi_carlo“Si tratta di una visione complessiva di Progetto-Paese – spiega a Fixing Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS – una valutazione che parte dal fatto che sono sì stati fatti numerosi passi avanti, ma manca ancora quello più importante, l’accordo con l’Italia. Noi siamo convinti che oggi siamo decisamente più vicini, la legge sullo scambio d’informazioni da poco varata è fondamentale in questo senso. Eppure tante volte ci troviamo scoraggiati di fronte ai continui avvenimenti. Le ultime situazioni (il riferimento indiretto è palese al caso Fincapital, ndr) ci lasciano l’amaro in bocca. Tornando alle nostre Istanze d’Arengo, ANIS vuole cercare di raggiungere tre specifici obiettivi generali. Il primo riguarda le relazioni internazionali, che devono essere trasparenti, vedi la lotta alla criminalità. Il secondo aspetto è relativo alla messa sotto controllo i conti pubblici, perché il rischio indebitamento è fortissimo: qui s’inserisce la nostra richiesta di giungere al pareggio di Bilancio obbligatorio, ma riteniamo altrettanto indispensabile l’introduzione dell’IVA e una semplificazione delle norme. Terzo punto è la necessità di creare sviluppo, e per fare sviluppo dobbiamo creare le condizioni per una vera competitività del nostro Sistema Paese”.

A proposito, parliamo di relazioni sindacali e del contratto industria scaduto da troppo tempo. Il confronto è ricominciato con la CSU, a breve ripartirà anche con l’USL. Che possibilità ci sono di chiudere finalmente la trattativa?

“Il rinnovo dei contratti va chiuso, è un dato di fatto, e la volontà da parte nostra c’è. Un altro dato di fatto è che il confronto con il sindacato è ripartito. La nostra posizione è semplice: dobbiamo stilare contratti che consentano a imprese e lavoratori di stare in linea con i mercati, salvaguardando il potere d’acquisto delle retribuzioni”.

L’accusa di parte del sindacato è che ANIS non vuole garantire nemmeno questo, voi dite invece che siete disposti a garantire l’inflazione. Come funziona il meccanismo?

“Noi diciamo semplicemente che oggi non è più possibile concedere senza recuperare qualcosa. Un maggiore costo deve essere controbilanciato con una maggiore competitività. Purtroppo nel sindacato c’è qualcuno che vuole andare avanti con le contrattazioni come dieci-quindici anni fa. E non è più possibile”.

Ma ci sono speranze di trovare una soluzione?

“Al di là di alcune posizioni estreme direi che sia da parte nostra, sia da parte del sindacato c’è la volontà di chiudere in tempi rapidi la trattativa. Noi speriamo sia la volta buona”.

San Marino, diceva, ha un problema di competitività.

“L’esigenza di aumentare la competitività del sistema deve partire da un inevitabile aumento delle ore di lavoro, che può essere conseguita in due modi: contrattualmente o tramite una legge che riduca le festività. Si consideri un dato incontrovertibile: a San Marino si lavorano cento ore in meno rispetto all’Italia. Lo sviluppo, poi, deve passare da progetti concreti. Il Parco Scientifico e Tecnologico per noi è una grande opportunità, e poi come Sistema Paese è necessario puntare anche su altri settori strategici come turismo, commercio e alberghi”.

Mercato del lavoro, il Decreto Mussoni è in Consiglio proprio in questi giorni. Qual è la posizione dell’ANIS?

“Il Decreto, a nostro avviso, è un primo passo verso la riforma del mercato del lavoro. Purtroppo attorno a questo provvedimento sono emerse tutte quelle forze che vogliono mantenere inefficienza e burocrazia, quando invece il Paese desidera andare in tutt’altra direzione. Le mediazioni continue hanno fatto perdere di vista l’obiettivo principale di questo decreto, che era quello di una maggiore semplicità e maggiori tutele per i lavoratori: dove c’è burocrazia non c’è posto per altro. Pensando al Decreto sul Mercato del Lavoro mi auguro che tutte le forze politiche e sociali guardino davvero all’Europa e non facciano invece finta…”.

I dati che sono stati forniti proprio in questi giorni (disoccupazione quasi a quota 1000) sono indice di una situazione tutt’altro che semplice, e dello scenario internazionale abbiamo già detto che è da mani nei capelli. Che economia avete registrato a San Marino alla ripresa dopo la pausa estiva?

“Tutte le imprese hanno presentato problemi di fatturato, a settembre la ripresa è stata mediamente difficile. Speriamo che a ottobre si possa recuperare qualcosa”.

Cosa è assolutamente necessario, oggi, perché si verifichi uno scatto di reni del Paese?

“Il Paese deve accettare il cambiamento. Poi se cambiando qualcosa non funzionerà a dovere, si tornerà ad intervenire. Ma salvare il vecchio, oggi, non è più possibile”.

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