Missione compiuta, con buona pace degli animalisti l’Italrugby mette in gabbia le Aquile statunitensi, si aggiudica la seconda vittoria consecutiva (obiettivo mai conseguito prima durante il ciclo di Nick Mallett, un peccato proprio ora che il tecnico ha le ore contate) e realizza anche le quattro mete indispensabili per portare a casa il punto extra: 27-0.
Un bottino fondamentale per potersi giocare la qualificazione alla seconda fase del Mondiale di rugby in Nuova Zelanda quanto meno ad armi pari con la fortissima Irlanda (ha già battuto la favorita Australia, così tanto per dire) e cercare l’impresa storica.
Per arrivare a questo punto gli azzurri dovevano battere gli Stati Uniti, obiettivo alla portata, e anche segnare appunto le famose quattro mete. Obiettivo diventato più che mai raggiungibile proprio allo scadere del primo tempo, quando Castrogiovanni di forza affossa l’ovale nell’area di meta per la terza segnatura “grossa” dell’Italia.
Ma non corriamo troppo, facciamo un flashback sul primo tempo. Splendido avvio dell’Italia che dopo appena tre minuti va a bersaglio: Semenzato per Van Zyl, per Parisse che si tuffa dritto dritto in mezzo ai pali. Mirco Bergamasco trasforma per il 7-0. Al 19’ gli USA impattano dopo un errore su fase di rimessa. Al 22’ arrivano altri tre punti per gli azzurri con un penalty Mirco Bergamasco, ma 3’ dopo Suniula per gli Eagles pareggia ancora con un piazzato seguito ad un fuorigioco netto di Orquera: 10-10. La terza meta azzurra giunge al 31, ed è costruita per l’ottanta per cento dalla mischia, che porta i bianco-rosso-blu sino ad un metro dalla propria linea. A concretizzare è Orquera, liberato da Garcia. È 15-10 perché Bergamasco sbaglia la trasformazione. L’Italia gioca tutto sui muscoli e sui garretti della propria mischia, recupera punizioni su punizioni proprio allo scadere, come dicevamo, sfonda con Castrogiovanni. Bergamasco sbaglia ancora la trasformazione – contro l’Irlanda non sarà ammesso – e si va all’intervallo sul 20-10, con tre mete all’attivo.
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Ma gli Stati Uniti, pur senza chance di qualificazione, avevano deciso di giocarsi il tutto per tutto proprio contro l’Italia, schierando la formazione migliore. Una bella formazione, peraltro, robusta, ordinata, senza fenomeni ma estremamente tenace. E infatti con tenacia ammirevole gli statunitensi hanno difeso per ben oltre la metà del secondo tempo, facendo vedere i sorci verdi a Parisse e compagni. Che facendo leva sulla propria mischia ordinata, un vero e proprio trattore che per svariati minuti ha arato in lungo e in largo la metà campo avversaria, ha avuto la capacità di arrivare alla quarta meta, tecnica, dopo l’ennesimo collasso del pacchetto statunitense a due metri dalla propria end zone. A obiettivo raggiunto, e con un vantaggio rassicurante (27-10), Italia e Stati Uniti si sono affrontati a viso aperto. L’ultimo quarto d’ora non ha regalato grosse emozioni ma un gioco fluido e abbastanza piacevole, sino al fischio finale.
L’Italia ce l’ha fatta, ha dimostrato una grande maturità.
E ora sotto con l’Irlanda per entrare nella storia: appuntamento domenica 2 ottobre alle 9.30.