I volti di Michael Wolf, i fotografi emergenti, i viaggi di Marco Pesaresi. Al fotografo riminese una galleria delicata, che porta a galla una sensibilità straordinaria, degna del grande maestro francese Henri Cartier Bresson.
di Alessandro Carli
Due stili decisamente differenti, due epoche lontane per tecnica e tecnologia, due ottimi lavori. All’interno della 20esima edizione del SI Fest di Savignano sul Rubicone, spiccano le fotografie del riminese Marco Pesaresi (nel decennale della scomparsa – finalmente – l’organizzazione ha pensato a una interessante retrospettiva, “Qui e altrove”, in cui trovano spazio immagini realizzate per “Underground” e per “Rimini”) e di Michael Wolf, che ha fermato la compressione delle metropolitane di Tokyo. E’ ambientata in una metropoli – ma una sola: quella giapponese – il certosino lavoro firmato dall’ottimo Wolf: “Tokyo compression” (Galleria della Vecchia Pescheria, corso Vendemini, 51 – secondo piano. Sabato e domenica fino al 25 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19) è una parata di volti e persone, ammassate e distrutte dal caldo asfissiante della metropolitana. Qui, ragazze con lo smalto delle unghie rovinato, nasi sui vetri, occhi chiusi, mani che si torturano, dita intrecciate, ragazzi con il walkman, manager con la 24 ore, persone appisolate, abbracci involontari, sbadigli: sul treno dell’inferno, la classe sociale si azzera. Assorti nella meditazione e nell’attesa di una fermata (e quindi dell’aria, del respiro), i protagonisti si estraniano dalla condizione del quotidiano e la sofferenza che appare nelle loro espressioni sembra quasi annunciare, tacitamente, un disastro che avverrà. Su Marco Pesaresi si potrebbero spendere fiumi di inchiostro: meglio quindi andare a vedere di persona i suoi scatti (via del Monte di Pietà; gli orari sono gli stessi che scandiscono la mostra di Wolf) le tre stanze ospitano una biografia del fotografo riminese attraverso pubblicazioni, poesie, lettere, dediche, oggetti personali e una selezione di immagini inedite di lavori e reportage prevalentemente realizzati prima dell’ingresso nell’agenzia Contrasto. Una galleria delicata, che porta a galla una sensibilità straordinaria e una cattura dell’attimo degne del grande maestro francese Henri Cartier Bresson: si incontra una Rimini marina (nella foto), i volti delle persone di “Underground”, i quaderni degli appunti, le foto che altri artisti scattarono a Pesaresi, i ricordi d’infanzia, i colori delle grandi metropoli della Terra. Al SI Fest 2011 il giovane reporter romano Alessandro Imbriaco – con “Angela’s garden” (un raffinato lavoro che esplora il disagio abitativo nella città di Roma, nelle zone marginali e nascoste al territorio urbanizzato) – si è aggiudicato il Premio Pesaresi 2011. La giuria gli ha assegnato il riconoscimento “per la capacità di aver costruito un racconto fotografico coerente prestando forte attenzione agli aspetti estetico/linguistici senza mai perdere di vista la storia. Per aver scelto una tematica importante e attuale”. Al fotografo toscano Stefano Parrini (46 anni, San Gimignano) è andato il Premio SI Fest 2011, per un lavoro dal titolo “Land market”, una serie di fotografie che vuole essere una critica alla globalizzazione dei mercati e allo sfruttamento delle risorse naturali della terra.