I cittadini del (fu) Belpaese tra i più insolventi d’Europa: guai per il 10,5%. Nella Repubblica di San Marino, tanto per cambiare, nessuna statistica in proposito.
di Saverio Mercadante
I cittadini italiani sono i più insolventi d’Europa. Secondo la Banca d’Italia, nel 10,5% dei casi avrebbero grosse difficoltà a rimborsare le rate del prestito. Una percentuale preoccupante, che fa conquistare all’Italia il primato negativo in Europa sul tasso di insolvenza riscontrato tra i cittadini. Gli italiani dunque faticano a pagare le rate dei prestiti o addirittura non le rimborsano affatto. Eppure non rinunciano al credito al consumo. Che di fatto diventa la sola possibilità quando i redditi non riescono a coprire le urgenze dell’economia domestica. La fotografia scattata dalla ricerca della Banca Centrale che inquadra quel 10,5% è impietosa nel rapporto con le altre nazioni. L’indagine ha messo a confronto i dati sul credito al consumo in Italia e in altri otto Paesi europei (Regno Unito, Finlandia, Germania, Irlanda, Portogallo, Francia, Olanda e Spagna), concentrandosi sul 2008, un periodo in cui la crisi economica non era ancora esplosa completamente. Secondo la ricerca, la situazione migliore è quella delle famiglie del Regno Unito, dove l’insolvenza si ferma al 2,3%, mentre nei rimanenti paesi l’indice oscilla tra il 5 e l’8%. Eppure, nonostante siano quelli in maggiore difficoltà, gli italiani continuano a rivolgersi al credito al consumo. Infatti, è il 14,8% del totale consumatori che nonostante la situazione difficile continuano a rivolgersi a questa forma di prestito con maggiore frequenza rispetto al resto dell’Europa. In Francia questo dato si arresta all’8,4%. Molto interessante l’analisi in dettaglio dei dati per capire quali siano le famiglie che hanno più difficoltà a restituire il prestito. Se nel Regno Unito poco meno della metà dei nuclei famigliari che non riescono a rimborsare i prestiti sono classificabili come poveri, in Italia la situazione è differente: le difficoltà sono maggiormente diffuse tra le varie fasce di reddito poiché meno del 30% degli inadempienti è considerabile povero.
Il caso San Marino
A San Marino a tutt’oggi non esistono statistiche di questo tenore né presso l’ABS, né presso la Banca Centrale. Un aspetto su cui varrebbe la pena riflettere.
Il caso inglese
Gli inglesi sono diventati i rottweiler del mutuo. In tempi di crisi perenne, sotto l’ombrello di una recessione che come il postino sembra anch’essa bussare per la seconda volta alla porta, il cosiddetto double dip, e con il rischio insolvenza che si attacca alle caviglie della banche e non ti molla più, due istituti bancari inglesi hanno deciso di fare le pulci alle spese dei propri clienti: telefonano a casa di quelli più a rischio invitandoli a stare molto attenti alle spese tagliando quelle inutili e a concentrarsi con determinazione sulla rata del mutuo. Si tratta dell’ultima iniziativa anti-crisi messa in atto da due istituti di credito immobiliari inglesi oggi nazionalizzati, Bradford & Bingley e Northern Rock: sono gestiti dall’istituto statale UKAR, UK Asset Resolution. La campagna telefonica dovrebbe partire in queste settimane. I titolari di un mutuo a tasso variabile “che si danno alla pazza gioia senza poterselo permettere (comprare beni di lusso, guardare la pay-tv e dedicarsi ad altre attività non necessarie) saranno chiamati dall’istituto di credito, che seduta stante li inviterà a risparmiare per sostenere le rate del finanziamento. Secondo le stime di UKAR sono circa 30 mila i mutuatari a rischio, che in caso di un aumento dei tassi di interesse al di sopra dell’attuale 0,5% per cento potrebbero avere serie difficoltà a far fronte alla rata. Duemila inglesi a settimana, quindi, riceveranno la chiamata d’avviso, e saranno invitati a rivedere le proprie priorità di spesa. L’obiettivo è recuperare i quarantotto miliardi di sterline versati per la nazionalizzazione dei due istituti falliti.
Mutui, aiuto dalla Rete
Esistono comunque in rete aiuti per i cittadini-comparatori, come SuperMoney, che mette a confronto mutui e prestiti delle principali banche e guida gli utenti alla scelta della soluzione più vantaggiosa. Ipotizziamo, per esempio, di voler richiedere un mutuo di 150 mila euro da restituire in 30 anni (valore immobile 200 mila euro): Mutuo Arancio di ING Direct è la scelta più conveniente. Il tasso variabile ha un taeg del 2,81% e una rata di 613 euro al mese, il tasso fisso offre un taeg del 4,51% e una rata di 751 euro. Altri finanziamenti interessanti possono essere il mutuo CheBanca!, Mutuo Acquisto IWBank o Mutuo Cariparma.