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Diario della crisi del 16 settembre 2011

da Redazione

Anche le vedove abbandonano l’Italia. I Titoli di Stato dell’ex Belpaese stanno perdendo sempre più credibilità tra gli investitori di tutto il mondo.

 

 

di Saverio Mercadante

 

Anche le vedove abbandonano l’Italia. I Titoli di Stato dell’ex Belpaese stanno perdendo sempre più credibilità tra gli investitori di tutto il mondo. Tanto che, stando a quanto riporta Bloomberg, il fondo delle “Vedove Scozzesi”, ovvero lo “Scottish Widows Investment”, tra i più famosi nel Regno Unito, ha comunicato di aver ridotto la propria esposizione sui bond italici “agli inizi dell’estate”. La conferma è arrivata da Graeme Caughey, responsabile dei bond governativi del fondo, che gestisce asset per 41 miliardi di dollari. Le previdenti vedove scozzesi forse avevano letto questa previsione. Nell’opinione dei mercati, sull’onda dei rialzi dei Cds sovrani dell’Italia, le probabilità che l’Italia dichiari bancarotta entro il 2016 sono pari al 34,94%. Allo stato attuale, rende noto Cma Datavision – insieme a Markit la principale società di monitoraggio dei mercati extraborsistici dei titoli derivati – quello raggiunta oggi dall’Italia è il settimo peggior risultato del mondo. Come a dire che solamente sei Paesi, ad oggi, hanno rispetto all’Italia maggiori probabilità di fallire da qui a 5 anni. Ma evidentemente il problema non è solo italiano. Più della metà dei gestori dei fondi europei prevede che l’Europa cadrà in recessione nell’arco dei prossimi dodici mesi: e tale convinzione ha già portato l’appetito per il rischio a scendere ai minimi dagli inizi del 2009. È quanto risulta da un sondaggio messo a punto da Bank of America Merrill Lynch. Intanto Mohamed A. El-Erian, chief executive officer e co-chief investment officer di Pimco, il più grande fondo di titoli obbligazionari del mondo, con oltre 1 trilione di dollari in gestione, ha dichiarato che le grandi istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale dovrebbero agire a sostegno delle banche europee, o si corre il rischio che le stesse vengano inghiottite dalla crisi del debito che colpisce la regione.

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