Intervista ad Albano Sgarbi, Presidente dell’ASFA. Tra mostre, viaggi e nuove tecnologie: “Una volta servivano le nozioni di base. Oggi invece basta un computer”.
di Alessandro Carli
Ha chiuso i battenti la mostra fotografica “San Marino – La Città sul Monte”, realizzata con le immagini di Maurizio Capicchioni, Marino Gasperoni, Paolo Giardi, Gabriele Granaroli, Giancarlo Grassi, Riccardo Mirasole, Marcello Montemaggi, Conrad Mularoni, Ido Rinaldi, Albano Sgarbi, Marco Stacchini e Primo Vagnetti (ASFA) e ospitata all’interno della chiesetta Sant’Anna. Ha chiuso per essere riproposta, a metà autunno, al Centro Sociale di Dogana.
Presidente Sgarbi, soddisfatto dell’iniziativa?
“La mostra è andata abbastanza bene. L’affluenza in occasione di ‘Alba sul Monte’ è stata buona, ma nel complesso l’andamento è stato altalenante. Nel libro delle firme i giudizi sono stati tutti positivi. Credo però che – in scala maggiore – a San Marino manchi una vera cultura. Certo, negli ultimi anni abbiamo assistito a un discreto risveglio, ma culturalmente, questa forma di ‘arte minore’, è ancora poco ‘apprezzata’ sul Monte”.
Come mai, secondo lei?
“La fotografia ha una larga eco, ed è molto diffusa. Poche persone però approfondiscono la materia: i Maestri sono poco conosciuti. C’è certamente un interesse: le persone comprano la macchine fotografiche digitali, ma spesso sono convinte che basti fare un click. Prima servivano le nozioni di base: esposizione, profondità di campo, il mosso controllato, eccetera. Ora basta un pc. Noto un certo movimento, ma l’interesse è abbastanza superficiale”.
Come sta l’Associazione Sammarinese Foto Amatori? Su che progetti state lavorando?
“Abbiamo registrato una crescita: ad oggi, gli associati sono 55. Molti sono i giovani; altre persone vengono a trovarci. Stiamo lavorando sulla scelta delle immagini da utilizzare nella pubblicazione che l’Ente Cassa di Faetano sta ultimando sul Castello di Fiorentino”.
Ha scattato, ultimamente?
“Nel mese di luglio sono tornato in Africa, in Tanzania (nella foto), uno Stato che amo molto. Ci sono andato assieme a mio nipote: lui ha fotografato in digitale, io in analogico, in diapositiva. Mi piace avere in mano un negativo, un positivo, una stampa”.