Home NotizieMondo Complottismi: 11/9, solo in italiano, sono attive oltre 600 mila pagine

Complottismi: 11/9, solo in italiano, sono attive oltre 600 mila pagine

da Redazione

london

 

Facciamo una premessa: ai complottismi non ci crediamo. Siamo convinti che l’uomo sia andato sulla luna e, che – scendiamo nello specifico – la strage dell’11 settembre non sia stata ordita dalla folle mente del Presidente degli Stati Uniti d’America (o chi per lui).

Eppure se si clicca 11 settembre su Google, le prime posizioni sono occupate quasi tutte da teorie complottiste. Digitando “11 settembre complotto”, solo in italiano ci sono circa 600 mila pagine.

L’uso e l’abuso di internet ha portato ad un pullulare di teorie più o meno deliranti (di solito più), mirate a negare la matrice fondamentalista islamica degli attentati, e addirittura l’effettiva riuscita degli attentati terroristici, quello al Pentagono, in particolare.

Ecco dunque le principali teorie complottiste. Tra le quali spicca la componente antisemita, e anche in questo caso ci sarebbe da riflettere. Cercheremo di non soffermarci troppo a confutarle semplicemente perché neghiamo che abbiano un valore dialettico.

 

IL COMPLOTTO GIUDAICO. C’è la mano dei servizi segreti israeliani, il famigerato Mossad, oppure in alternativa la “cupola” ebraica mondiale. Una tesi che troverebbe conferma dalla notizia (per niente faziosa e tendenziosa…) fatta circolare da una tv libanese al Manar, legata alla fazione terroristica anti israeliana Hezbollah, che il giorno della strage ben 4 mila ebrei israeliani non si fossero recati al lavoro al  WTC. A completare il quadretto la convinzione diffusa che se la verità non emerge è perché (sic) l’informazione mondiale e la lobby politica è interamente in mani sionistiche.

 

IL COMPLOTTO INTERNO. l’11/9? Un colossale inganno ordito nelle segrete stanze della White House. Con l’obiettivo di consentire al Presidente George W. Bush a dichiarare guerra al terrorismo islamico, a invadere l’Iraq, a intervenire in Afghanistan. Tra i complottisti di tutto il mondo che danno aria a ipotesi di questo genere spiccano, per modo di dire, gli italiani Giulietto Chiesa, Gianni Vattimo e Lidia Ravera. Lasciamo perdere.

 

IL COMPLOTTO ESTERNO. La variazione sul tema è semplice: l’amministrazione Bush e l’intero establishment statunitense non hanno armato direttamente Bin Laden e i suoi scagnozzi, semplicemente si sono limitati a non intervenire, lasciandoli agire indisturbati, con l’intento di creare una situazione tale da giustificare la guerra in Medio Oriente. Le inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein non erano evidentemente una molla sufficiente a scatenare l’inferno in Medio Oriente.

 

IL RAPIDO CROLLO DELLE TORRI: PERCHE’? Per i complottisti le Twin Tower sono collassate troppo velocemente, a fronte di incendi di durata relativamente breve (56 minuti per la torre 2 e 102 minuti per la 1). Di qui la tesi di demolizioni controllate avvenute attraverso apposite cariche esplosive piazzate ad arte (da chi? E quando?).

 

LA MANCATA INTERCETTAZIONE DEGLI AEREI DIROTTATI. Qui c’è un mandante con nome e cognome. Dick Cheney, l’allora Vicepresidente USA, a dare l’espresso ordine ai militari di non intervenire per abbattere i quattro aerei dirottati.

 

CHE FINE HA FATTO IL QUARTO AEREO? Di contro, i sostenitori delle teorie dei complotti ritengono che il quarto aereo non sia precipitato a seguito della rivolta dei passeggeri a bordo prima di infrangersi contro la Casa Bianca o qualsiasi altro centro nevralgico (e chissà perché si è salvata proprio la Casa Bianca, penserà qualcuno…) bensì è stato abbattuto dall’aviazione americana. C’è bisogno di aggiungere altro?

 

Il prossimo a cadere sarà il Big Ben

Dopo il World Trade Center il Big Ben. Oppure Downing Street, o il Palazzo del Parlamento. In Europa, e in Gran Bretagna in particolare, dopo l’11 settembre si è diffusa la paura di nuovi attentati. Del resto la guerra sommersa all’IRA ha lasciato segni indelebili in tutto il Regno Unito e il biografo dell’ex Premier Tony Blair, Antony Seldon, racconta la confusione ai vertici del governo britannico quel tragico 11 settembre 2001.

Quel giorno Blair si trovava a Brighton e l’unica cosa che riuscì a dire, una volta compresa la gravità dell’accaduto, fu “Fate in modo che nessun aereo colpisca Downing Street”.

Blair rientrò a Londra immediatamente, in treno, su un vagone sigillato e senza accesso a internet per prendere in mano la situazione. L’allarme rosso per gli obiettivi sensibili nei giorni successivi fu ampliato e la sorveglianza rafforzata in tutta Europa, compresa l’Italia, con un occhio di riguardo soprattutto alle metropolitane per la paura di attacchi terroristici batteriologici.

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