Ci sarà Barack Obama, ma anche il suo predecessore George W. Bush a Ground Zero in occasione delle celebrazioni del decimo anniversario degli attacchi dell’11 settembre. È palese che gli annuali rituali a New York, al Pentagono, e in Pennsylvania, dove cadde il quarto aereo dirottato dai terroristi, avranno un sapore particolare. Ma anche una risonanza amplificata e profonda, per diversi aspetti.
Innanzitutto per la grave crisi economica che ha colpito l’occidente, ma anche per gli strascichi delle due guerre in Iraq e in Afghanistan, che hanno sfilacciato l’opinione pubblica statunitense e minato la serenità del Paese. C’è da rimarcare che queste sono anche le prime celebrazioni senza più Osama Bin Laden, lo sceicco del terrore, il mandante degli attentati, ucciso qualche mese fa dai Navy Seals americani.
A Ground Zero, la litania si svolgerà in un contesto di sostanziali progressi nella ricostruzione del World Trade Center. Domenica in particolare si celebra l’apertura di un memoriale cittadino, costituito da due enormi fontane scavate nella piazza. Dietro il monumento sta crescendo il WTC1, destinato a diventare il più alto della nazione.
“New York è tornata a ruggire più velocemente di quanto chiunque pensava fosse possibile”, dice con enfasi (forse eccessiva) il sindaco Bloomberg. Alle celebrazioni prenderanno parte anche i protagonisti di allora, l’ex Presidente George W. Bush e l’ex sindaco Rudolph Giuliani.
Intanto il presidente Obama oltre a visitare New York, renderà omaggio al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania, e parteciperà anche a un concerto interconfessionale nella cattedrale nazionale di Washington con il mezzosoprano Denyce Graves, il cantante country Alan Jackson, e la diva del R’n’B, Patti LaBelle.
Obama intende usare questo anniversario per rivolgere un “messaggio positivo e rivolto al futuro”, secondo quanto anticipato dalla Casa Bianca fornendo le linee-guida dei discorsi, non solo presidenziali, che saranno ufficialmente pronunciati nelle varie cerimonie in calendario non solo negli Stati Uniti ma anche nelle sedi diplomatiche Usa in tutto il mondo.
L’accento cadrà dunque su “tutto quello che è stato fatto dall’11 settembre, non solo nell’ambito della lotta al terrorismo”; e alla “forza e determinazione con cui si è andati avanti”. In sostanza, si intende sottolineare che, specie dopo la morte di Bin Laden, al Qaeda “rappresenti oramai solo il passato”, mentre la primavera araba e nord-africana “rappresenta il futuro” nel delicato e strategico teatro mediorientale. Quanto agli Usa, come ha dichiarato Obama agli ambasciatori dei Paesi arabi in occasione dell’Iftar, la cena con cui si interrompe il digiuno imposto dal Ramadan, “dobbiamo essere l’America per cui hanno vissuto, sono morti e si sono sacrificati i militari caduti e le vittime del terrorismo”.