Aveva le idee molto chiare la Regione Toscana quandolanciò nel 2008 un programma di promozione turistica e cultura integrata puntando tutto sulla Rete e in particolare sulla potenza di fuoco dei social network. Oggi il turismo web toscano vola.
di Saverio Mercadante
Diciassette milioni di euro perché “Voglio vivere così” con la Toscana in bocca. Aveva le idee molto chiare la Regione di Dante quando con questo titolo lanciò nel 2008 un programma di promozione turistica e cultura integrata puntando tutto sulla Rete e in particolare sulla potenza di fuoco dei social network. Difatti la maggior parte degli ingenti finanziamenti vennero dirottati in strumenti di comunicazione digitale, web based. Il turista vestito con taglia 2.0, passa dalla Rete per informarsi prima di decidere la meta. Visita chi ha già frequentato i luoghi prescelti, si fa un’idea dei servizi che offre il territorio, elabora una possibile destinazione finale. Ed è proprio in questa fase che deve essere intercettato e accompagnato verso la Toscana. Che non è solo Firenze o Siena, ma tanto altro ancora in grado di soddisfare ogni esigenza di bellezza artistica o paesaggistica. Uno degli obiettivi è spalmare i flussi turistici, decongestionare le classiche città d’arte, e distribuire ricchezza su tutto il territorio valorizzando mete meno conosciute. La Fondazione Sistema Toscana, Toscana Promozione, il Dipartimento del Turismo e la Segreteria della Presidenza della Regione hanno messo a punto un sistema ad hoc che mette in Rete territori, attori ed enti che poggiano su un sistema organizzato di comunicazione e integrazione. Il faro è il portale www.turismo.intoscana.it. Attorno ad esso ruota tutto l’universo delle presenze del sistema Toscana all’interno di ben 50 social network usati in tutto il mondo.
Qualche tempo fa la Fondazione Sistema Toscana ha presentato i numeri di quest’attività. Lo scorso anno, oltre 240 milioni di persone hanno visualizzato i contenuti della Toscana, prima regione italiana ad aprire un brand channel su YouTube e una pagina ad hoc su Foursquare.
Il social media team toscano lavora forum, siti e blog, su cui vengono trasmesse costantemente informazioni originali su luoghi, servizi ed eventi, ma anche consigli e proposte relative allo stile di vita che la Toscana rappresenta. All’interno di un format multimediale, che comprende testi, foto e video.
Soltanto con Facebook sono stati raggiunti, nell’ultimo anno, oltre 19 milioni di persone. Il progetto prevede anche un enorme e costante lavoro di monitoraggio online: più di tremila fonti sondate per verificare emozioni e conversazioni sulla Toscana.
Talk to Tuscany è il primo esempio di social customer care applicato al turismo.
Una piattaforma aperta alle domande sulla Toscana provenienti da tutto il mondo.
Correda il tutto l’applicazione per iPhone Tuscany+, un software di realtà aumentata che guida l’utente con informazioni aggiornate e geolocalizzate durante il suo soggiorno in regione.
Un’attività della prima ora in Italia, parlare di social media era abbastanza raro, e una realtà di eccellenza sia nell’ambito della pubblica amministrazione che del settore turistico. Un caso di eccellenza globale. I risultati sono stati eccellenti: le 50 mila conversazioni precedenti alla campagna individuate in Rete sono raddoppiate e la popolarità online della Toscana è fortemente migliorata.
Nel 2010, mentre il flusso turistico medio in Italia diminuiva dello 0,7%, il dato toscano è stato del +2,5%, con un aumento dell’afflusso dall’estero di ben il 7,8%. Una differenza significativa e non casuale. Il successo di questa attività di social media marketing, dopo che è stata delineata la strategia, poggia sulla definizione degli obiettivi di comunicazione e della linea editoriale.
“Content is the king”, per rifarsi ad un’affermazione famosa nel web. Strategico è la definizione di KPI (indici) per la valutazione dell’attività svolta. Ma la creatività è fondamentale per coinvolgere i gli interlocutori. Presidio costante e ascolto della conversazione fanno il resto e contribuiscono a rimodulare la strategia, reinventando il circuito. La misurazione – il ROI tanto controverso quando si parla di social media – è centrale per la Fondazione.
Questa battaglia digitale punta ad essere un valore aggiunto per lo stesso cliente. Dunque non solo selezione del prodotto, ma fascinazione nella sua fruizione.