E’ la solita vecchia storia dei figli e dei figliastri. Ma senza demonizzazioni. Assenteismo, numeri non critici. Ma nel privato le assenze sono la metà.
Dipendenti pubblici e privati, è la solita vecchia storia dei figli e dei figliastri. Le considerazioni che seguono non vogliono assolutamente essere una demonizzazione di chi lavora per lo Stato, perché in questi tempi così difficili San Marino non si può permettere di consumare energie in una guerra tra poveri. Però poiché parliamo di riforma della Pubblica Amministrazione ci sono considerazioni che vanno affrontate, in un’ottica di riduzione di costi e, soprattutto, aumento dell’efficienza. E allora partiamo parlando di retribuzioni. Dal 1996 ad oggi le retribuzioni dei pubblici dipendenti sono cresciute di oltre 12% rispetto a quelle dei lavoratori dei settori privati. Oggi, mediamente, un dipendente pubblico vanta una differenza retributiva di circa il 25% rispetto a quella di un pari grado di un settore privato, che scende all’11% per i salariati, mentre è pressoché nulla per i dipendenti con contratto privatistico. Anche l’orario di lavoro settimanale è inferiore di un’ora e mezza, 36 contro le 37,5 del settore privato (dato che a sua volta è considerato uno dei limiti che affondano la produttività del Sistema San Marino rispetto all’Italia, che a sua volta ha problemi per restare a galla in concorrenza con gli altri Paesi UE).
Il dato dell’assenteismo pubblico e privato
I dati in nostro possesso riguardo al tasso di assenteismo non sono drammatici per quello che riguarda la pubblica amministrazione sammarinese, ma oggettivamente dicono che nel settore pubblico allargato le assenze sono in proporzione quasi il doppio rispetto al privato. Per la precisione il dato medio dell’assenteismo nel settore pubblico allargato è pari al 6,27%, contro il 3,51% del settore meccanico, il 4,57% del chimico, il 3,41% dell’abbigliamento e il 3,84% del carta e legno.
Spesa corrente e snellimento
La spesa corrente è il fardello che impedisce allo Stato di operare investimenti per la crescita. A San Marino da anni la spesa corrente non riesce a scendere sotto la soglia psicologica del 90%. Uno piccolo Stato come il nostro potrebbe non solo correre, ma addirittura volare se la spesa corrente calasse di almeno una ventina di punti. Un’utopia? Sicuramente, a meno che la politica non riesca a dimostrare finalmente un barlume di coraggio e non metta mano ad una riduzione della massa dei dipendenti pubblici. Il che non significa necessariamente licenziare (anche se Italia ed Europa stanno andando verso la cancellazione di questo dogma/tabù), ma semplicemente potrebbe essere compiuto con una politica di incentivo al pensionamento anticipato che non passi dai prepensionamenti forzosi che hanno fatto infuriare il sindacato. A quel punto i vuoti che si verranno a creare dovranno essere riempiti sfruttando al meglio le risorse umane all’interno della PA, per sostituire le figure mancanti. Fino ad oggi questo non è stato fatto, e a quanto ci risulta anche in questa fase vengono fatte sciagurate nuove assunzioni anche in uffici in cui la mole di lavoro è calata drasticamente. L’Associazione dell’Industria Sammarinese, che da anni ha fatto della riduzione della spesa pubblica uno dei suoi cavalli di battaglia, chiede una riduzione dei costi della PA di almeno il 30% (cosa oggettivamente impossibile a leggere il testo della Riforma attesa a giorni al passaggio in Seconda Lettura) e un taglio graduale del personale di almeno un migliaio di unità. Risposte importanti insomma davanti alle quali è facile credere che l’esecutivo farà ancora orecchie da mercante perché chiaramente impopolari. Numeri tuttavia corroborati da altri numeri: a San Marino l’incidenza della pubblica amministrazione sul totale della popolazione è poco meno del 13% (il 12,9%), il maggiore in assoluto rispetto agli altri piccoli Stati d’Europa. Se il Principato di Monaco si avvicina come cifra assoluta (parliamo dell’11,5%, ma con entrate dello Stato e conti economici complessivi di tutt’altro spessore rispetto al Titano), il ben più efficiente Lussemburgo eroga tutti i servizi ai propri cittadini con una PA che è appena il 6,7% della popolazione.