Filippo Rosti, giovane istruttore sammarinese della scuola “Guidare-pilotare” di Misano Adriatico diretta da Siegfried Stohr, è, per ammissione dello stesso ex pilota di Formula 1, “tra i più bravi della scuola”.
di Alessandro Carli
Spesso vengono inquadrati dalle telecamere. Spesso vengono chiamati a svolgere un lavoro prezioso, nascosto, indispensabile per garantire la salute dei piloti, che sfrecciano a velocità pazzesche sui rettilinei dei circuiti di tutto il mondo. Spesso, spessissimo, non hanno volto, celati dai caschi di protezione. E corrono, dentro la safety car, a pulire la pista prima della gara, facendo fischiare i pneumatici e mettendosi poi in coda ai biker, in attesa del semaforo verde. Filippo Rosti (nella foto), giovane istruttore sammarinese della scuola “Guidare-pilotare” di Misano Adriatico diretta da Siegfried Stohr, è, per ammissione dello stesso ex pilota di Formula 1, “tra i più bravi della scuola”. Filippo Rosti, da qualche anno, guida anche la macchina di servizio del Motomondiale di Superbike. E ci spiega i segreti del suo mestiere (“Sono vicino a Siegfried Stohr da 11 anni, esattamente dal 2000. La crisi economica mondiale non ci ha colpito: i corsi ‘Guidare-pilotare’ vengono svolti con i privati e le aziende. Abbiamo sempre lavorato, senza grossi problemi, anche grazie alla stretta collaborazione con la BMW”) e le insidie del circuito romagnolo (“Rispetto a quando si girava al contrario, sono cambiati quasi tutti i raggi delle curve. Oggi la pista è più tecnica e, secondo me, più bella”).
Come si svolge il suo lavoro durante le gare mondiali?
“Arriviamo la mattina, presto, al circuito. Dobbiamo seguire tutte le partenze. In macchina, assieme a me, c’è il dottor Eraldo Berardi. Durante il giro di allineamento, mi metto in testa al gruppo. Non è facile: bisogna percorrere il circuito a velocità piuttosto sostenuta. Prima dell’ultima curva, mi faccio sfilare. Appena scatta il verde, dobbiamo stare il più vicino possibile ai piloti: in caso di incidente al primo giro, ogni secondo più rivelarsi prezioso”.
Com’è il Misano World Circuit visto dall’automobile?
“La pista è molto bella. E’ cambiata molto rispetto al passato: più tecnica e più complicata. E anche gli angoli, non sono più gli stessi”.
Ci sediamo in automobile con lei. Racconti, passo dopo passo, curva dopo curva, i segreti del circuito rivierasco.
“La curva uno, la prima dopo il traguardo, è piuttosto veloce. La due è di appoggio, e immette nella tre, da fare in accelerazione. La quattro e la cinque sono una doppia a destra: bisogna tenersi stretti per affrontare al meglio la sei, che immette nel rettilineo che porta alla Quercia, che non è cambiata rispetto al passato. Il Tramonto adesso è stato spezzettato: una volta era una curva unica, adesso invece fa fatta in due momenti. La prima va anticipata, in modo da creare un piccolo rettilineo, mentre la seconda va chiusa. Poi si va verso il curvone, la numero 11, che è stata decisamente modificata: oggi è più spigolosa, mentre una volta si faceva in progressione. In macchina il curvone si fa in piena. La 12 è da raccordare, e porta alla 13, che si fa in quarta marcia e va anticipata. Il Carro è da seconda. Dalla 14 si esce per impostare la 15. La Misano è una curva a 90 gradi, che si percorre in terza”.