Home NotizieSan Marino Rotary Club di San Marino: “Una chiesa nata da un albero”

Rotary Club di San Marino: “Una chiesa nata da un albero”

da Redazione

rotary.san.marino

 

Il convento di Santa Maria dei Servi ha ospitato la serata conviviale del Rotary Club di San Marino. Relatore d’eccezione padre Adriano Somma, priore del Cenobio.

 

rotary.san.marino

 

 

Una cornice unica per la riunione n.1618 del Rotary Club di San Marino presieduta da Leo Marino Stacchini. Il chiostro del convento di S. Maria dei Servi di Valdragone – nel quale risuonano le delicate note dell’arpista Katia Bovo – si rivela un contesto davvero emozionante per la cena conviviale e, soprattutto, per l’ascolto della relazione di padre Adriano Somma, priore del Cenobio. Alla presenza di un ospite speciale – il presidente del Rotary Club di Riccione-Cattolica Giorgio Leardini – il frate ha tracciato una mirabile sintesi della storia del Convento di Valdragone, soffermandosi soprattutto sulla straordinaria vicenda che ha portato alla sua costruzione. “La nostra è una chiesa nata da un albero”, con questa immagine singolare padre Somma ha iniziato il suo intervento, destando subito stupore ed interesse tra i convitati. Era addirittura il 1442 quando frate Paolo Spannocchi, proveniente da Siena, salì le rampe del Titano per tenere il Quaresimale, una serie di prediche e cerimonie prescritte per il periodo di penitenza che precede la Pasqua. L’accoglienza fu così calorosa che fra’ Paolo, riconoscente, decise di ritornare qualche mese più tardi con un regalo per la comunità sammarinese: un prezioso dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino, attorniata dalle sante Barbara e Caterina d’Alessandria. Proprio all’ispirazione della Vergine il frate chiese aiuto per trovare il posto più adatto dove depositare il quadro; oltrepassato il “suburbio di Mercatale” e diretto verso la “Valle del Dragone”, Paolo si trovò di fronte un bosco di querce e carpini. Deposto sopra uno di questi alberi, il quadro diventò subito meta di tanti pellegrini. Frattanto la guerra fra il Papato e Sigismondo consigliò al frate di abbreviare la sua permanenza a San Marino: nonostante le precauzioni, Paolo venne però catturato dai soldati del Malatesta e impiccato con la sua stessa tonaca sopra una croce che si trovava in prossimità del dipinto. A questo punto, nella minuziosa ricostruzione storica di padre Somma, che ha personalmente studiato tanti documenti d’archivio, cominciano ad affacciarsi alcuni eventi straordinari: il cappio si spezzò e Fra’ Paolo sopravvisse miracolosamente all’impiccagione; ferito, venne accolto e curato dalla famiglia Benedettini. Negli anni che seguirono non fu possibile staccare l’immagine sacra dalla pianta di carpino fino a quando i fedeli non le costruirono intorno un tempietto; nel 1476 il luogo di culto divenne una vera e propria Chiesa, con annesso convento, grazie all’opera di Frate Agostino. L’edificio ha subito poi altre notevoli trasformazioni, ma ha sempre custodito con devozione, fino ad oggi, quella tela dipinta a tempera, di scuola fiamminga, raffigurante la Madonna con S. Barbara e Santa Caterina.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento