Home NotizieSan Marino Giorgi (ANIS) e il mercato del lavoro: “Bene il DL, ora concertazione per la riforma”

Giorgi (ANIS) e il mercato del lavoro: “Bene il DL, ora concertazione per la riforma”

da Redazione

giorgi_carloLa pausa estiva è alle porte, ma l’attenzione del mondo imprenditoriale sammarinese resta altissima per le questioni sul tavolo. Con Carlo Giorgi, segretario Generale dell’ANIS, abbiamo parlato del DL sul mercato del lavoro e di molto altro, a 360 gradi.

giorgi_carloSAN MARINO – La pausa estiva è alle porte, ma l’attenzione del mondo imprenditoriale sammarinese resta altissima per le questioni sul tavolo. Con Carlo Giorgi, segretario Generale dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese, abbiamo parlato del DL sul mercato del lavoro e di molto altro, a 360 gradi.

Partiamo dalla situazione globale. Che idea vi siete fatti di quel che sta succedendo?

“La situazione internazionale è davvero difficile. Il cambiamento che c’è stato e quello in atto non hanno precedenti, non vi sono punti riferimento, esperienze precedenti che possono aiutarci. Credo che il realismo sia l’unica strada. Il mondo occidentale e troppo indebitato, l’Italia da tempo alimenta costantemente il proprio debito pubblico senza interventi strutturali che possano invertire questa tendenza. Per trovare una via d’uscita occorrerebbe ampliare e anticipare la manovra che, invece, rimanda gli interventi veri al 2013/2014. Serve una politica del fare vero, concreto e non la solita logica del rinvio e perdersi nelle consuete e sterili discussioni teoriche, troppa ideologia. In Europa, in Italia e anche a San Marino non ci possiamo più permettere di aspettare i soliti tempi lunghissimi della politica, dobbiamo essere in grado di agire subito”.

Pubblicamente, anche durante l’assemblea generale, avete detto che il Governo e il Consiglio Grande e Generale, almeno negl’ultimissimi mesi, hanno realizzato alcuni provvedimenti importanti.

“Certo, la legge sullo scambio unilaterale delle informazioni è un atto molto significativo. Il provvedimento d’urgenza sul mercato del lavoro è un altro segnale positivo che introduce validi elementi di efficienza e semplificazione. Poi si sta lavorando, direi piuttosto bene, sulla riforma fiscale delle imposte dirette, anche se, lo ribadiamo, bisogna pensare seriamente anche all’introduzione del sistema IVA. Esiste, però, una priorità assoluta: l’allineamento alle norme internazionali, OCSE, Moneyval eccetera. Qui non ci possono essere se e ma. Dobbiamo solo ed esclusivamente centrare l’obiettivo”.

Voi avete valutato positivamente il Decreto d’urgenza sul mercato del lavoro, così come le altre associazioni e parte dei sindacati. Però qualche malumore anche forte è stato sollevato.

“Il Professor Ichino, qualche tempo fa, ha definito il nostro mercato del lavoro un residuato bellico. Tutti ne siamo consapevoli, come siamo consapevoli del fatto che vi sono procedure contorte e obsolete che non consentono l’applicazione delle norme vigenti. Questo intervento d’urgenza è una prima fondata risposta ai problemi del mondo del lavoro, un primo passo concreto, a nostro giudizio. Come anche il Segretario di Stato al Lavoro ha detto chiaramente a tutti, adesso si deve proseguire il confronto con tutte le parti sociali per definire entro l’anno una vera e propria riforma del mercato del lavoro”.

Questo passaggio conferma, ancora una volta, le difficoltà delle relazioni industriali.

“Sono due anni che le parti sociali non riescono a sedersi insieme attorno ad un tavolo per fare nuovi accordi. Abbiamo chiesto insistentemente al sindacato, ed ancora ora lo chiediamo, di essere protagonisti con noi del cambiamento. Che il mondo stia cambiando è un fatto compiuto, ostinarci a difendere ciò che danneggia le imprese ed i lavoratori non è più accettabile. Guardi, gli imprenditori tutti i giorni si chiedono se restare o meno a San Marino. E la realtà imprenditoriale si muove su dinamiche chiare e precise: valutare dove investire è un’attività costante per qualsiasi imprenditore. Per fare un esempio, San Marino deve creare le condizioni affinché un’azienda del Nord Est italiano decida di venire qui ad investire anziché in Slovenia. Sognare la ricerca, i segmenti ad alto valore aggiunto, la mega impresa è più che legittimo, e per questo lavoriamo tutti i giorni. Ma occorre anche stare con i piedi a terra, perché nel frattempo ci sono questioni fondamentali su cui non si può transigere”.

Durante l’assemblea dell’ANIS avete evidenziato che tra i passaggi chiave ci sono la riforma tributaria (con l’IVA), la sburocratizzazione (il discorso comprende anche per il mercato del lavoro) e la riduzione della spesa corrente.

“La riforma della PA è fondamentale per San Marino; occorre più efficienza verificata e meno costi per lo Stato. Questa è un’altra realtà della quale si dovrà prendere atto al più presto. La nostra posizione è chiara: occorre ridurre i costi della macchina pubblica di almeno il 30% quanto prima”.

Per concludere, le imprese come si preparano alla ripresa dell’attività di settembre?

“Le imprese sammarinesi hanno perso tanto fatturato in questi mesi, ma continuano il loro confronto con i mercati, fra l’altro tante volte vincendo questa difficile sfida malgrado tutto. Però non possono essere costrette a lavorare con la zavorra addosso. E non sto parlando del solo rapporto con l’Italia, pur decisivo: parlo di tutte quelle riforme che ancora tardano. Giuliano Amato recentemente ha affermato che l’Italia ha la seconda manifattura d’Europa e che per ripartire dobbiamo essere consapevoli dei sacrifici che ci attendono. Le industrie devono essere messe in condizione di poter produrre di più e meglio: questa è la questione. Noi siamo consapevoli della necessità dei sacrifici, ma vogliamo essere messi in grado di sfruttare le nostre potenzialità.

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