Home FixingFixing Diario della crisi del 5 agosto 2011

Diario della crisi del 5 agosto 2011

da Redazione

E’ legge il piano di austerità degli USA che ha tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo: il congresso americano non ha dato una bella immagine di sé.

 

di Saverio Mercadante

 

E’ legge il piano di austerità degli USA che ha tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo: il congresso americano non ha dato una bella immagine di sé. La fragilità della classe politica americana è sotto gli occhi del mondo. Eppure qualcuno ha reso merito allo stiracchiato accordo che metterà in gravissime difficoltà Barack Obama alle prossime presidenziali: Moody’s e Fitch hanno annunciato che manterranno la valutazione AAA per il debito governativo degli Stati Uniti d’America. Non vengono però esclusi possibili downgrade in futuro. Ora manca l’ultima delle “Big Three”: Standard & Poor’s. Dalla Cina, però, arrivano ancora segnali molto negativi. L’agenzia cinese Dagong Global Credit ha abbassato il rating ad ‘A’ da ‘A+’ con prospettive negative. L’innalzamento del tetto sul debito da parte americana ha “temporaneamente evitato un default ma non ha migliorato la sua solvibilità”. La crescita delle passività ha superato quella dell’economia e delle entrate fiscali. Secondo declassamento in 9 mesi. Gli Stati Uniti, dunque,  non sono riusciti a disinnescare “la bomba del loro debito”. La Banca centrale cinese continuerà a differenziare i suoi investimenti in valute straniere di fronte alla minaccia che pesa ancora sul dollaro. “Le riserve di cambio della Cina continueranno a seguire i principi della diversificazione degli investimenti e della gestione dei rischi”, ha fatto sapere in un comunicato Zhou Xiaochuan, il governatore della Banca centrale. Le riserve di cambio della Cina, le più importanti del mondo, hanno raggiunto i 3.197,5 miliardi di dollari a fine giugno, in aumento del 30,3% sull’anno, secondo la Banca centrale cinese. La Cina, come è noto, è di gran lunga il più grande creditore degli Stati Uniti. Possedeva fino al maggio 2011 circa 1.160 miliardi di dollari di buoni del tesoro americani, secondo cifre comunicate da Washington.

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