Home NotizieSan Marino I bamboccioni di San Marino finiscono sull’Espresso: per AP ancora autolesionismo gratuito

I bamboccioni di San Marino finiscono sull’Espresso: per AP ancora autolesionismo gratuito

da Redazione

San Marino è finita ancora una volta sulle pagine dell’Espresso. Un articolo in cui diversi sammarinesi raccontano la loro realtà. Una realtà fatta di bamboccioni con troppi soldi in tasca, di frontalieri rispediti a casa senza remore, di illazioni gratuite. E Ap risponde.

SAN MARINO – San Marino è finita ancora una volta sulle pagine dell’Espresso. Un articolo in cui diversi sammarinesi raccontano la loro realtà. Una realtà fatta di bamboccioni con troppi soldi in tasca, di frontalieri rispediti a casa senza remore, di illazioni gratuite. E Ap risponde. Ecco il testo di un intervento parecchio imbelvito.

 

L’ultimo numero del settimanale italiano “L’Espresso” dedica spazio alla nostra Repubblica con un articolo dal titolo “San Marino senza un quattrino” in cui viene descritto un Paese in ginocchio, con le casse vuote e le aziende che chiudono. Un quadro desolante della nostra realtà, esagerato nella drammaticità di una descrizione a volte superficiale, nel quale intravediamo – sbagliando valutazione? – anche un malcelato compiacimento di chi scrive per i guai in cui ci siamo cacciati. Nulla di nuovo se teniamo conto degli attacchi mediatici che abbiamo subito negli ultimi due anni, attacchi del tutto spropositati rispetto all’entità ed alla quantità delle distorsioni di cui abbiamo sicuramente la responsabilità.

Ma ciò che più meraviglia è che parte degli argomenti usati dal giornalista per descrivere un Paese allo sbando non solo dal punto di vista economico, viene fornita da personaggi locali che – ancora una volta – perdono l’occasione per tacere e fare migliore figura di fronte ai cittadini sammarinesi. Perché sono proprio i cittadini sammarinesi – i giovani in particolare – ad essere presi per i fondelli.

Leggete cosa dice Giuliano Tamagnini, gran capo della Csdl, dei nostri ragazzi: “sono un po’ più bamboccioni che altrove, cloroformizzati, convinti che aver preso una laurea o un diploma dia diritto a uno stipendio a vita, e se uno lavora sul serio gli altri lo prendono in giro”. Come dire: “prendete esempio da me che non ho laurea né diploma ma siccome non sono un bamboccione, è da venticinque anni che ho il distacco presso il sindacato e nessuno mi prende in giro”. Per non parlare di un altro signore, certo Lazzaro Rossini – definito, a 38 anni, giovane leva dell’architettura sammarinese – che ha la faccia tosta di affermare: “abituati (i giovani, ndr) a fare i fighetti con le turiste a Rimini e un sacco di soldi in tasca, ora dovranno cominciare a lavorare”. Il monito vale anche per lui?

Altro passaggio sui giovani è attribuito ai vertici di una fabbrica appena chiusa: “non leggono un libro, non guardano un Tg, non sanno la strada per Verona…”. Parole pesantissime insieme a quelle che lasciano credere che i frontalieri sono stati cacciati tutti quanti dal nostro Paese. Non è vero ma l’articolo lo dice piuttosto chiaramente: “i primi lasciati a casa sono stati i frontalieri, che erano seimila soprattutto riminesi e pesaresi”. Capito? Dichiarazione ideale per attirarci le simpatie dei lettori dell’Espresso… E non mancano nemmeno – sempre farina del sacco locale – la difesa di Tremonti e le facili ironie sui pubblici uffici, a conferma che in provincialismo e in autolesionismo non ci batte proprio nessuno.

Le conclusioni sono all’altezza di tutto l’articolo. Da un lato si scrive che Tremonti è finalmente ben disposto (?) dopo che Bersani ha speso una buona parola dietro le pressioni del Psd in accordo con la Dc e gli alleati di governo (?); dall’altro che forse occorre un “governissimo di emergenza” ma che Tamagnini il sindacalista è scettico: “non vorrei – afferma – che si accordassero per salvare quel poco che resta del segreto bancario, in un’alleanza trasversale di chi, in tutti i partiti, ha fatto affari”. Sono accuse gravi, fatte – come al solito – in modo indistinto a tutte le forze politiche. Per quanto ci riguarda, respingiamo decisamente tali gratuite affermazioni e le rimandiamo al mittente. Ricordiamo bene gli anni in cui Alleanza Popolare denunciava la crescita senza controllo e le degenerazioni del sistema bancario e finanziario, purtroppo inascoltata da molti a cominciare dalle organizzazioni sindacali. Piuttosto che infangare comodamente l’intera classe politica, il signor Tamagnini dovrebbe limitarsi a fare il mestiere per cui è pagato. Purtroppo per i lavoratori.

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