Home categoriePolitica San Marino, la nuova finanza pubblica affidata a tecnici di fama

San Marino, la nuova finanza pubblica affidata a tecnici di fama

da Redazione

valentini.pasquale

 

L’indicazione è contenuta nel Programma Economico 2012, bussola anti-crisi. Il documento della Segreteria Finanze: “Deficit di non più di 10 milioni”.

 

valentini.pasquale

 

 

di Loris Pironi

 

San Marino attraversa il periodo più difficile della sua storia recente, e navigare a vista è un esercizio che non si può permettere. Per questo motivo assume ulteriore importanza il Programma Economico 2012, redatto dalla Segreteria alle Finanze, lo strumento che l’esecutivo utilizzerà per impostare gli obiettivi programmatici della politica economica a breve e medio termine. Il documento, in buona sostanza, traccia le linee guida del Governo. E se è vero che diversi passaggi paiono più desiderata che progetti concreti e concretamente attuabili, si possono comunque evincere indicazioni chiare sulla rotta che l’esecutivo intende seguire.

 

La traiettoria


Sin dall’introduzione, sottoscritta dal Segretario alle Finanze Pasquale Valentini (nella foto) – si delimita il quadro degli interventi, in linea con il Programma Economico 2011: garantire solidità al Bilancio dello Stato (tentando di contenere il deficit recuperando maggiori entrate e riducendo le spese) e creando le condizioni per nuove forme di sviluppo, “in corrispondenza allo stato delle relazioni internazionali con l’Italia”. Nella sua introduzione, il Segretario Valentini sottolinea come “emergono due tendenze significative: gli interventi messi in atto nella seconda parte del 2010 hanno consentito un contenimento rilevante del deficit previsto in assestamento; la seconda parte del 2010 e i primi mesi del 2011 mostrano una inversione di tendenza nel PIL con indici positivi di ripresa anche se ancora molto contenuta”. La conclusione del Segretario è votata ad una maggiore fiducia, dovuta anche alla “consapevolezza” delle componenti sociali politiche ed economiche della necessità di proseguire e consolidare il cambiamento in atto.

 

Bilanci previsionali


Per il 2010 si parte da un deficit di 50 milioni di euro (contro i 70 previsti inizialmente), e sin qui niente di nuovo sotto il sole. Il bilancio previsionale 2011 prevede un’ipotesi di deficit di circa 38 milioni, un dato che – è specificato nel Programma Economico 2012 – potrebbe subire alcune variazioni in corso d’anno, anche se già a settembre se ne saprà di più. La struttura del Bilancio 2012 “dovrà essere improntata ad un necessario maggior contenimento della spesa”. Senza ulteriori specificazioni, viene ipotizzata l’impostazione del bilancio previsionale “nell’ottica del pareggio o comunque di un deficit non superiore a 10 milioni di euro”. Poiché nel documento non esistono elementi per suffragare questa teoria (o una tesi contraria, ovviamente), registriamo quindi il dato ma non ci dilunghiamo in commenti. Almeno per ora. Dal Programma Economico, ancora, testualmente: “Un elemento di particolare novità rispetto al passato sarà rappresentato da una parte dallo ‘scorporo’ dal bilancio dello Stato dei capitoli inerenti la gestione del servizio postale e più in generale del settore poste che con la costituzione del nuovo Ente presenterà un bilancio separato che confluirà poi nel consolidato dello Stato; dall’altra, dalla diversa impostazione del bilancio consolidato per effetto della trasformazione dell’AASS in ente di diritto privato a partecipazione pubblica”.

 

Nuovi strumenti


Il testo quindi propugna la necessità di generare, “dopo un celere studio di opportunità e fattibilità”, nuovi strumenti di finanza pubblica. Allo scopo di valutare le opzioni tecniche verrà costituito un Gruppo di lavoro, “formato da tecnici di chiara fama internazionale”, che sarà chiamato a raccomandare entro fine 2011 al Governo i migliori strumenti per le seguenti “missioni”, considerate ad altissima priorità: una gestione efficiente del debito pubblico sul piano dell’emissione di obbligazioni e della minimizzazione della spesa per interessi; operazioni di patrimonio contro debito per ridurre il volume del debito stesso; operazioni di rifinanziamento straordinario di entità economiche; infine operazioni di investimento ai fini di sviluppo.

 

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento