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Un anno contro lo spreco di acqua ma anche di cibo

da Redazione

Proprio dall’Italia, paese più sprecone dell’UE, parte un progetto importante. Last Minute Market ha attivato oltre 40 progetti in giro per l’Italia.

 

 

di Saverio Mercadante

 

Si getta al macero una montagna di cibo e si butta via insieme un mare d’acqua. Soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. E l’Italia si segnala tra i Paesi a più alto tasso di spreco: 20 milioni di tonnellate di derrate alimentari ogni anno vanno al macero. Si potrebbero sfamare quaranta milioni di persone. E per produrre tanto ben di dio è necessario una quantità immensa di acqua. Qualche esempio clamoroso. Per produrre un chilogrammo di carne di manzo sono necessari sedicimila litri di acqua. Duecento grammi settimanali di carne fresca richiedono 3.200 litri d’acqua. Per ottenere una tazza di caffè da bere al bar la mattina sono necessari 140 litri d’acqua. Grida vendetta tanto immenso sciupio mentre in Africa la carestia mette a rischio la vita di 12 milioni di persone.Ma proprio dall’Italia, il paese dell’Unione Europea, che secondo l’Eurostat ha il più alto livello di consumi domestici d’acqua, 78 m3 all’anno per abitante, è partita una grandissima mobilitazione che cerca di coinvolgere tutta l’Europa. Il progetto “Un anno contro lo spreco” è promosso dall’Università di Bologna – Facoltà di Agraria sulla scorta di un’idea del Presidente di Last Minute Market Andrea Segré. Last Minute Market è una società spin-off dell’Università di Bologna che nasce nel 1998 come attività di ricerca. Dal 2003 diventa realtà imprenditoriale ed opera su tutto il territorio nazionale sviluppando progetti territoriali volti al recupero dei beni invenduti (o non commercializzabili) a favore di enti caritativi. Con oltre 40 progetti attivati in comuni, province e regioni italiane, LMM ha consolidato un metodo di lavoro efficace ed efficiente che permette di attivare in maniera progressiva il sistema donazioni/ritiri tenendo sotto controllo gli aspetti nutrizionali, igienico-sanitari, logistici e fiscali. Il Parlamento europeo sulla scia di questa iniziativa ha chiesto ufficialmente nei giorni scorsi di proclamare il 2013 anno europeo contro lo spreco alimentare. È un percorso iniziato nel 2010 con il Libro Nero contro lo spreco alimentare promosso da Last Minute Market e che continua quest’anno con il Libro Blu contro lo spreco idrico. Ora, con il rapporto Caron, ha spiegato il presidente della Commissione agricoltura europea Paolo De Castro, si è  passati ad una fase operativa per mettere a punto misure concrete per vincere questa battaglia. Ma continuiamo con i dati veramente impressionanti. Nel 2009 in Italia 177.479 tonnellate di mele sono rimaste sul campo perché raccoglierle non era più conveniente: costava troppo rispetto a quello che avrebbero reso sul mercato. Ebbene, per coltivarle c’è stato bisogno di 124 milioni di metri cubi di acqua. Perduti per sempre. Si fagocita un mare d’acqua che è servita per far maturare quei prodotti e quando si mandano al macero contemporaneamente si getta via anche l’acqua che contengono. Doppio tragico spreco. Un’altra storia di strage alimentare: 3,5 milioni di tonnellate sprecate di pomodori equivalgono a 644 milioni di metri cubi di acqua. Non c’è mai fine al peggio: per 3,4 milioni di tonnellate di olive non utilizzate si arriva a 6,5 miliardi di metri cubi di oro blu. In totale in Italia nel 2010 sono stati sprecati 12,6 miliardi di metri cubi di acqua a causa di 14 milioni di tonnellate di prodotti agricoli non raccolti. Viene quasi da sorridere di fronte al consumo di un contorno di patate arrosto che vale “solo 25 litri”. O per un piatto di ciliegie: 373 litri. Possiamo consolarci con la dieta mediterranea che ha un relativo basso consumo idrico: 500 metri cubi di acqua pro capite all’anno contro i 900 della dieta anglosassone. Già da agosto partiranno una serie di iniziative di sensibilizzazione dall’Italia a Bruxelles. L’anno europeo contro lo spreco non sarà solo un’iniziativa simbolica ma darà indicazioni concrete di carattere legislativo ai paesi dell’Unione Europea. L’oro blu è destinato a diventare il petrolio del terzo millennio per il quale già da ora si stanno moltiplicando I conflitti per il controllo di strategiche vie d’acqua. D’altronde in questo momento 1,4 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua. Oltre due miliardi, pur avendone accesso, subiscono gli effetti negativi causati dalla cattive condizioni sanitarie dell’acqua. L’88 per cento delle risorse idriche è consumato dall’11 per cento della popolazione mondiale. Un abitante di un paese povero sopravvive con 20 litri al giorno, in Italia si arriva a 213, negli Stati Uniti a 600. Solo una piccola quota degli 8 milioni di chilometri cubi di acqua dolce a disposizione è effettivamente utilizzabile. E’ sempre più pesante l’effetto congiunto  di crescita demografica, aumento dei consumi pro capite e inquinamento.

 

 

 

 

 

 

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