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Flessibilità e collocamento a San Marino: chi ci deve pensare?

da Redazione

Il Segretario al Lavoro anticipa a Fixing l’idea di un DL su flessibilità e collocamento. E il sindacato sale sulle barricate, perché “è una fuga in avanti”. Ma se ci deve pensare Mussoni a flessibilità e collocamento, non sarà per caso perché il sindacato si rifiuta di farlo? Editoriale di Fixing, oggi in edicola.

di Loris Pironi


Sullo scorso numero di Fixing abbiamo pubblicato un’intervista al Segretario di Stato per il Lavoro Francesco Mussoni sul tavolo per lo sviluppo. Incidentalmente, nel senso che l’argomento dell’intervista era un altro, il Segretario ci ha anticipato l’intenzione di provvedere tramite un Decreto Legge a rendere più funzionale il collocamento e ad assicurare alle imprese una maggiore flessibilità, in modo da garantire un briciolo di competitività in più in questi tempi così difficili, in attesa della riforma complessiva del mercato del lavoro.

Nei giorni scorsi il Segretario Generale della Csdl, Giuliano Tamagnini, ha puntato l’indice contro quella che definisce una “fuga in avanti” del Segretario Mussoni su un tema di grande sensibilità, dando vita a misure che, testuali parole, “forse peggioreranno le condizioni dei lavoratori”. Forse.

Lungi da noi l’idea di prendere le difese del Segretario al Lavoro: al di là del fatto che non ha bisogno di avere Fixing come avvocato difensore e che non è certo compito nostro, il fatto è che stiamo parlando di un’idea di cui si conoscono a malapena i confini. E se la Csdl pensa che “forse” verrà peggiorata la situazione, noi in questa fase non ci sforziamo neppure di pensare se possa migliorarla oppure no. Magari lo auspichiamo, ma di certo non siamo qui a dare un giudizio di merito su un presunto provvedimento.

In realtà il collocamento oggi non funziona come dovrebbe. Renderlo più efficace è fondamentale, non solo per le aziende ma per gli stessi lavoratori; e almeno questo il sindacato dovrebbe riconoscerlo. Stessa cosa dicasi per la flessibilità: il famigerato tavolo tripartito, parliamo del 2009 (la bellezza di due anni fa, e al culmine della crisi), è fallito per il rifiuto del sindacato di sedersi a intavolare una trattativa e a ragionare su qualcosa di diverso dagli aumenti salariali. Nel mentre, le imprese sammarinesi, già penalizzate dal decreto incentivi, già affossate da un mercato del lavoro che più che riformato andrebbe rivoluzionato, stanno ancora aspettando che il sindacato faccia non una fuga in avanti ma almeno un minuscolo passettino. Siamo d’accordo con Tamagnini dunque che ragionare su questi argomenti spetta alle parti sociali, ma se queste si rifiutano di farlo malgrado imprese e lavoratori non possano più aspettare, una soluzione si deve comunque trovare.

Una piccola postilla finale sulle riflessioni del Segretario Csdl. Partendo dal fatto che Mussoni ha anticipato l’intenzione a Fixing, “il giornale dell’ANIS”, nel sillogismo di Tamagnini significa che il Segretario “avrebbe scelto” ancora di parteggiare per gli Industriali. Anche in questo caso rispettiamo l’opinione altrui, ma ne approfittiamo per ribadire che se Fixing è l’unico giornale sammarinese il cui editore non è occulto, ciò dev’essere visto come un merito, in un Paese che dovrebbe ambire alla trasparenza. Dovrebbe.

Poi, se il Segretario Mussoni ha raccontato le sue intenzioni per primo a Fixing, magari – chissà – potrebbe essere perché siamo stati più bravi, o più fortunati (o tutte e due le cose) a interpellarlo nel momento giusto e a porre le giuste domande. Però, al di là dei nostri meriti giornalistici, su una questione così delicata e in una fase di incontri così serrati a Palazzo Mercuri, francamente dubitiamo che il Segretario Tamagnini abbia appreso la notizia da Fixing. Ecco allora che la sua “grande sorpresa” perde un po’ di impatto…

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