Non è tutto in quel cognome che si porta addosso. La grandezza del pittore Lucian Freud – morto mercoledì sera a Londra all’età di 88 anni – è nella Rivoluzione del corpo. Ogni dipinto è ciò che è. “Cosa chiedo a un dipinto?” scrisse una volta Freud. “Gli chiedo di stupire, disturbare, sedurre, convincere”. Nelle sue opere, spesso scioccanti per la crudezza dei particolari, amava ritrarre persone che conosceva bene, i suoi amici, le sue compagne, i suoi figli.
“Voglio che la pittura sia carne“, affermava: una carne tormentata, ridondante, come quella strabordante dal divano sfondato su cui dorme una donna obesa (Sue Tilley), nel celebre quadro del 1995, “Benefits supervisor sleeping”, acquistato nel maggio 2008 da Christie’s per circa 34 milioni di dollari.