Home FixingFixing Diario della crisi del 22 luglio 2011

Diario della crisi del 22 luglio 2011

da Redazione

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“Siamo entusiasti di annunciare il nostro miglior trimestre di sempre, ha dichiarato trionfante Steve Jobs. Sul San Raffaele invece grava l’ombra del suicidio di Mario Cal, braccio destro del mitico Don Verzè.

di Saverio Mercadante

 

steve-jobs-iphone“Siamo entusiasti di annunciare il nostro miglior trimestre di sempre, con il fatturato in rialzo +82% e i profitti +125”, ha dichiarato trionfante Steve Jobs. Record su tutti i fronti, grazie a smartphone e tablet strabattute le stime: vendite a 28,6 miliardi e utili a $7,3 miliardi. Titolo: +7% sopra i 400 dollari. Non ha potuto dire la stessa cosa Mario Cal, ombra e braccio destro del mitico Don Verzè. mente finanziaria del San Raffaele, uno dei gruppi sanitari privati più importanti d’Italia. Si è sparato un colpo in testa di fronte al debito più alto della loro storia: 900 milioni di euro.

Ha fatto piuttosto scalpore che né la Radio Vaticana né l’Osservatore Romano, abbiano fatto alcun cenno al suicidio di Mario Cal; un gelo letto dagli osservatori come una decisa presa di distanza dalla disastrosa gestione. Qualcuno parla già di retroscena alla Dan Brown per il controllo del gruppo, tra Opus Dei e Comunione e Liberazione.

Un altro che non può trionfare ma non se la passa male è George Soros. Uno dei fondi hedge dell’investitore miliardario ungherese, per l’esattezza la sua “ammiraglia” Quantum Endowment Fund, ha in questo momento il 75% del portafoglio in cash. Un evento eccezionale, inspiegabile, stanti i parametri di Wall Street, visto che i fondi speculativi quasi sempre sono investiti o sull’azionario o sull’obbligazionario, con una parte minima in denaro liquido. Si parla di oltre 19 miliardi di dollari che il Quantum tiene in liquidità, dopo una brutta perdita (YTD, year to date, cioè dall’inizio dell’anno) di -6%. Chi trionfa ancora è invece l’oro. Le sue quotazioni sono arrivate al record di 1.603 dollari l’oncia. Però superiori di appena il 2,5% rispetto al record recente su base nominale a cui abbiamo assistito lo scorso 29 aprile, a 1.563,70 dollari l’oncia. Per molti analisti l’oro non è sopravvalutato, né nel lungo termine né nel breve termine. E già si parla di un prossimo livello psicologico per il metallo prezioso a quota 1.700 dollari, e non sotto 1.600 dollari.

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