Home categorieComunicati Stampa San Marino, 85 nuovi licenziamenti nel settore industria. La CSU: manca politica economica

San Marino, 85 nuovi licenziamenti nel settore industria. La CSU: manca politica economica

da Redazione

SAN MARINO – Continua l’emorragia di posti di lavoro sul Titano: cinque aziende licenziano 85 dipendenti. La Federazione Industria della CSU punta il dito sull’assenza di una politica economica: “Crisi economica e crisi diplomatica hanno provocato una paralisi drammatica”.

Giornata nera sul fronte occupazionale. Sottoscritto questa mattina l’accordo di mobilità per 24 dipendenti della Viv Decoral di Galazzano, attiva da 30 anni nel settore meccanico. “Questi 24 licenziamenti – fa presente la FLI- CSU – si aggiungono ai 17 del mese di aprile. Praticamente azzerati tutti i posti di lavoro con imminente chiusura della fabbrica”.

Ultimo atto anche all’Alfa Lum di Faetano. Dopo una lunga serie di vicissitudini e cambi di proprietà, lo storico marchio di infissi in alluminio chiude i battenti e licenzia tutti i 42 dipendenti. Già avviato in Tribunale il concordato preventivo con i creditori. La Federazione Industria ha fissato per domani, giovedì 21 luglio, l’assemblea con i lavoratori ed è in programma venerdì 22 il primo incontro con il curatore del concordato.

Sono 9 i licenziamenti all’Infoa di Dogana, società d’informatica che ha deciso la liquidazione volontaria. In questo caso è stato raggiunto un accordo di ricollocazione con la società Infass di Dogana, che prevede l’assunzione di 7 lavoratori.

Dieci licenziamenti in due aziende. La Gimax di Acquaviva, azienda artigianale del settore elettrico, ha chiesto la mobilità per 5 dipendenti su 5. Mentre la Desart di Galazzano, attiva nella lavorazione della ceramica, ha chiesto 7 licenziamenti su 20 dipendenti. L’accordo di mobilità si è chiuso oggi con il salvataggio di 2 posti di lavoro e 5 licenziamenti.

“In questi primi mesi del 2011 sono 69 le aziende manifatturiere – osserva la Federazione Industria della CSU – che hanno avviato le procedure di riduzione del personale, coinvolgendo oltre 200 lavoratori. Si tratta di un preoccupante segnale di sfiducia nei confronti del sistema San Marino, sfiducia nelle capacità di reazione alla crisi economica e al superamento del blocco diplomatico con l’Italia”.

“Siamo un Paese che fatica ad uscire dalla paralisi – insiste il sindacato – Sono due anni che chiediamo un piano di politica industriale capace di attirare investimenti e una svolta radicale sul terreno della trasparenza. Ci sono voluti mesi di black list e decreto incentivi per varare la legge sullo scambio automatico d’informazioni, ma ancora non c’è traccia di misure e strategie in grado evitare le chiusure aziendali e rilanciare economia e occupazione”.

c.s.

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