“E’ la prima volta che il nostro Paese – spiega in una nota il Congresso di Stato – identifica e definisce graficamente in una legge gli emblemi della propria sovranità”.
Il Consiglio Grande e Generale, nel primo pomeriggio, ha approvato, con il voto favorevole di 45 consiglieri su 49 presenti, la legge costituzionale che ha nei suoi allegati i simboli di una sovranità millenaria che ha reso San Marino un’esperienza storica del tutto originale.
“E’ la prima volta che il nostro Paese – spiega in una nota il Congresso di Stato – identifica e definisce graficamente in una legge gli emblemi della propria sovranità. Così attraverso una norma di rango costituzionale è stata integrata la Carta dei Diritti del 1974 colmando una lacuna dell’ordinamento”.
Questa legge – assieme al progetto di legge sulla tutela dello stemma già andato in prima lettura – concretizza il disegno fortemente voluto di affermare il valore dei simboli distintivi della nostra statualità e di preservarli quali inestimabili beni immateriali del patrimonio e dell’identità storica, giuridica, culturale ed anche artistica della Repubblica e delle sue istituzioni. Per l’alto valore istituzionale e l’attaccamento a questi simboli, il Segretario di Stato per gli Affari Interni ha coinvolto nelle fasi preparatorie tutti i gruppi consiliari i quali hanno partecipato e contribuito direttamente alla definizione dei progetti di legge.
Gli stemmi in uso oggi e nel passato sono e sono stati numerosissimi, come dimostra sinteticamente la mostra allestita nell’atrio di Palazzo Pubblico per condividere con i sammarinesi un percorso che prevede approfondimenti, pubblicazioni e mostre e attorno al quale si è svolta la celebrazione per il terzo anniversario dell’iscrizione di San Marino nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
“Divulgare gli emblemi della nostra sovranità è fortemente simbolico sul piano politico, è un messaggio forte e chiaro, non solo per noi, ma anche per tutti coloro che dall’esterno ci osservano, specialmente in un momento in cui sentiamo ancora più necessario riaffermare la nostra piena indipendenza e sovranità. Oggi ribadire chi siamo e che cosa rappresentiamo per il mondo è imprescindibile. Un esempio irripetibile di democrazia e partecipazione come dichiarato dall’Unesco”.
