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San Marino, Expo Shanghai: aperta la porta verso l’Oriente

da Redazione

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Chiuso il capitolo della partecipazione all’Esposizione Universale di Shanghai. Mauro Maiani: “Base ideale anche per lavorare per Milano 2015”.

 

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di Loris Pironi

 

Adesso è proprio andata in archivio. Parliamo dell’Expo di Shanghai, che per sei mesi, l’anno scorso, ha visto la Repubblica di San Marino presente con un proprio padiglione sotto i riflettori del più colossale evento mai andato in scena.  Nei giorni scorsi al Kursaal, sul Titano, si sono ritrovati tutti i protagonisti dell’Esposizione Universale, a partire dal Commissario Generale per l’Expo, Mauro Maiani, ai Segretari di Stato Fabio Berardi (Turismo) e Marco Arzilli (Industria) che in Cina hanno potuto intessere relazioni importanti, per concludere con l’ambasciatore di San Marino in Cina, Savina Zafferani, e con l’ambasciatore d’Italia sul Titano, Giorgio Marini. Nell’occasione è stato anche presentato il libro-multimediale dedicato all’evento, realizzato dallo stesso Commissario Maiani in collaborazione con AM Studio. Tanto per dare un’idea della portata della questione – come sempre un po’ troppo snobbata – il Segretario Marco Arzilli ha parlato dell’Expo cinese come del “miglior investimento per la promozione di San Marino”, ed ha rilanciato l’idea di un ufficio permanente sammarinese in Cina, a 40 anni dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Fabio Berardi dal canto suo ha ricordato gli accordi siglati in campo turistico e commerciale (con la Camera di Commercio di Shanghai, con tour operator e compagnie aeree cinesi): “Per saper accogliere al meglio i turisti cinesi – ha spiegato il Segretario al Turismo – dobbiamo essere concreti nel fare investimenti, conoscendo meglio possibile la loro cultura”.

 

DIAMO I NUMERI

 

Ecco qualche numero decisamente indicativo: il padiglione di San Marino è stato visitato, in sei mesi, da 1,7 milioni di turisti, prevalentemente dall’area asiatica: sul Titano nell’ultimo anno sono saliti meno di 2 milioni di visitatori, e questo raffronto non necessita di ulteriori commenti. Al momento di stilare i bilanci conclusivi si guarda anche alle cifre, al rapporto tra costi e benefici. L’Expo di Shanghai  – lo dobbiamo dire – è stata la dimostrazione del fatto che se le cose si fanno con intelligenza e spirito pragmatico, con pazienza e abnegazione, i risultati arrivano anche senza spendere e spandere. Il provvedimento del 2007 che dava il via al progetto Expo 2010 metteva a disposizione 1,9 milioni di euro, ridotti (causa crisi) a 1,7 a lavori in corso dall’attuale Esecutivo: gli altri piccoli Stati d’Europa, la misura di paragone, hanno speso tutti di più. Bene, tra sponsor privati e il ricavato della vendita di gadget, a giochi conclusi (il bilancio si farà a fine mese) rientreranno nelle casse dello Stato altri 300 mila euro. L’Expo dunque è costata a San Marino circa 1,4 milioni di euro con un risparmio di circa mezzo milione rispetto a quanto era stato inizialmente previsto. Fosse sempre così…

 

Al Commissario, anzi all’ormai praticamente ex Commissario Maiani, chiediamo cosa rimane di questa esperienza.


“Beh, di San Marino a Shanghai è rimasta la copia della Statua della Libertà a grandezza naturale (era il baricentro del padiglione sammarinese, è stata donata al Museo permanente dell’Expo, ndr), ed è una testimonianza importante della nostra presenza e delle relazioni tra San Marino e Cina. Oltre a questo c’è il lavoro di sei mesi di intensa promozione del Sistema Paese, più di duemila contatti commerciali. Sono stati siglati accordi con tour operator e associazioni. Nel complesso sono stati 3-4 anni di intenso lavoro e una grande performance per l’intera San Marino: sarà una buona base di partenza per la prossima Expo di Milano, nel 2015, a cui San Marino ha già dichiarato di voler essere presente. Per me personalmente è stata un’esperienza totalizzante, perché coordinare un progetto di questa portata non è stato affatto semplice. Ma devo dire che è stata anche una bella esperienza personale”.

 

Prima di partire si diceva che San Marino, come realtà nel contesto internazionale, non avrebbe potuto non esserci, a Shanghai.


“Infatti è così. La grande visibilità ottenuta da San Marino è stata riconosciuta da tutti, e l’Expo ha confermato l’importanza della strada dell’internazionalizzazione. Io credo che adesso, a giochi conclusi, sia il concetto della stessa partecipazione a queste Expo che diventa importante per il nostro Paese. L’aspetto più importante, ritengo, non è domandarsi cosa abbiamo portato a casa, ma poter dire di esserci stati, che rappresenta un obiettivo di per sé. A posteriori è legittimo chiedersi: si poteva pensare di non andare? Sarebbe stato possibile essere assenti quando tutti gli altri erano presenti? Beh, io credo proprio di no. Per tutto il Paese è stata un’esperienza straordinaria, un’esperienza che per numeri e portata ritengo non si ripeterà più. Dubito fortemente infatti che ci sarà un altro Paese in grado di fare le cose in grande come la Cina: basti pensare che, come area destinata all’Expo, quella prevista a Milano sarà soltanto il 30% rispetto a Shanghai”.

 

LE PROSSIME EXPO


Infine un po’ di gossip sulle prossime Expo. Di Milano 2015 sappiamo praticamente tutto. Compreso il fatto che, se i lavori non iniziano presto, l’Italia rischia di farsi togliere l’organizzazione e di fare una figuraccia universale. Prima ancora, nel 2012, si terrà la piccola Expo di Yeosu, in Corea del Sud (la prassi è che si alternano, a cicli quinquennali, Expo “grandi” come quella di Shanghai e Milano ed Expo piccole, della durata di 3 mesi, come quella coreana). San Marino non ha ancora deciso se essere presente o meno a Yeosu, ma verosimilmente, per problemi di budget, salterà il turno e si concentrerà sull’Expo italiana. Proprio in queste settimane si gioca la partita per l’assegnazione della prossima Expo piccola, quella del 2017, con due candidate in lizza, Liegi, Belgio, e la capitale del Kazakistan, Astana.  Per il 2020 invece le candidature presentate ufficialmente sono due, quella di Ayutthaya, Thailandia, e quella di Izmir, la città turca che ha perso contro Milano, mentre pare che anche il Brasile, con San Paolo, finirà per mettersi in gioco.

 

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