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San Marino, rifiuti: depennati molti codici CER

da Redazione

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Nuovo Collegio Tecnico, nuove regole. Che creano disparità tra le aziende. Il caso delle imprese edili, impossibilitate ora a ‘ripulire’ i cantieri.

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di Alessandro Carli

 

La gestione dei rifiuti a San Marino serba ogni settimana una sorpresa. Una sorpresa a cui le aziende del territorio farebbero volentieri a meno. Una sorpresa che può essere condensata in una data: 28 gennaio 2011. Insomma, un altro caso di imprese che si scontrano con la burocrazia, forse poco attenta alle esigenze delle realtà locali. Oltre ai problemi che riguardano principalmente le imprese edili, per un breve lasso di tempo, due giorni circa, si è rischiato di innescare una vera e propria emergenza rifiuti sul Titano. Senza che nessuno o quasi ne fosse a conoscenza. Poi l’allarme è rientrato, per fortuna, ma restano i problemi per gli altri operatori. Vediamo cos’è successo. A fine gennaio si è insediato il nuovo Collegio Tecnico per la tutela dell’ambiente, l’organo che rilascia l’autorizzazione per il trasporto dei rifiuti (suddivisi in codici CER). Le imprese che avevano fatto richiesta di trasportare i propri rifiuti prima del 28 gennaio 2011 non hanno incontrato alcun ostacolo: per ogni tipologia di rifiuto prodotto, nella delibera compaiono tutti i codici CER. Le imprese che hanno inoltrato la stessa richiesta dopo il 28 gennaio, dopo l’insediamento del nuovo Collegio, si sono infatti trovate depennate – in maniera arbitraria – tutti i codici CER, eccezion fatta per quelli strettamente inerenti alla propria attività. A conferma di questo caos normativo ci sono arrivate anche diverse telefonate in redazione di aziende del settore dell’edilizia – già duramente provato dalla crisi – preoccupate per la non piacevole novità. E prendiamo allora come esempio esplicativo proprio la delibera riguardante un’impresa edile. Come si può vedere nei fogli che abbiamo riprodotto in pagina, una penna ha cancellato tutti i CER, tranne quelli strettamente inerenti all’attività dell’azienda (Codice CER numero 17). Eppure. Eppure l’impresa in esame, come tutte le imprese edili del resto, produce rifiuti anche di altre categorie, come ad esempio gli imballaggi in plastica (cellophane) per i mattoni, i nastri adesivi, i fili metallici, i bancali in legno su cui vengono trasportati i materiali (Codice CER numero 15).  Un’azienda deve avere la possibilità di portare via i rifiuti che produce in un cantiere: le richieste sono del tutto giustificabili.  L’anomalia è che sino al 28 gennaio 2011 questi materiali risultavano “trasportabili” come rifiuti, e dal 29 gennaio 2011 no.

 

“Emergenza” rifiuti

 

Come se non bastasse, per circa 48 ore l’unica azienda che si occupa di trasporti dei rifiuti si è vista defalcati la maggior parte dei CER. Se l’impresa che si occupa di trasporti transfrontalieri non ha l’autorizzazione a trasportare i codici CER prodotti nel territorio, ne consegue che quei rifiuti non si possono muovere da San Marino, salvo che non si chiami un’azienda italiana a percorrere la strada che porta al Monte per prelevare i rifiuti sammarinesi e trasportarli nei centri italiani. Fortunatamente l’allarme è rientrato, però il rischio reale di una nuova Napoli si è affacciato sul Titano. All’insaputa delle aziende del territorio, convinte di poter operare come in passato. Ora, seppure depennate dal Collegio Tecnico, le aziende producono rifiuti. Rifiuti che in qualche modo devono essere trasportati in Italia. Passino – seppur in maniera in parte opinabile – le restrizioni dei CER. Quel che è chiaro è che, all’interno di San Marino, deve esserci un’azienda (o anche più di una) in grado di poter trasportare in Emilia-Romagna e nelle Marche i rifiuti prodotti sul Titano. A volte basterebbe un po’ di buon senso.

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