Home FixingFixing PIL, GPI, HDI, HPI: i tanti acronimi per misurare l’economia di un Paese

PIL, GPI, HDI, HPI: i tanti acronimi per misurare l’economia di un Paese

da Redazione

Vi sono dei dati con cui un Paese esprime, in sintesi, la propria realtà economica, il benessere economico e l’importanza della sua economia reale. Partiamo dal Prodotto Interno Lordo.

 

Vi sono dei dati con cui un Paese esprime, in sintesi, la propria realtà economica, il benessere economico e l’importanza della sua economia reale. Partiamo dal PIL (acronimo di Prodotto Interno Lordo). E’ un dato per valutare le economie capitalistiche; un indice del benessere nazionale che, quando cresce, significa più produzione e quindi maggiore ricchezza economica (non un’equa distribuzione, ma solo una maggiore circolazione monetaria). Tale parametro include tutto ciò che fa circolare denaro, quindi anche gli incidenti stradali, i disastri ambientali, gli avvocati pagati per dieci anni per controversie interminabili, il consumo di carburante per il traffico intenso e quant’altro possa essere negativo per la società, ma non per l’economia di mercato. Quindi, il PIL è un parametro che nulla ha a che vedere con il benessere della società ed è ininfluente per capire il cambiamento nella qualità della vita del cittadino nel tempo. Sarebbe più utile sapere il GPI (Genuine Progress Indicator), l’indice di progresso effettivo, che tiene conto anche degli effetti nocivi della produzione, quali l’inquinamento, la perdita di risorse naturali, il crimine, ecc. Negli ultimi 25 anni tale indice è diminuito di più della metà a livello mondiale. Sarebbe pure importante conoscere l’HDI (Human Development Index: Indice di Sviluppo Umano), un parametro basato oltre che sul PIL, anche sulla speranza e gli standard di vita, sul grado di alfabetizzazione e sull’educazione. Servirebbe conoscere gli indici del consumo delle risorse rispetto alla loro possibilità di rigenerarle (biocapacità), considerando che attualmente ci vorrebbe una superficie pari a quasi 4 volte quella del Paese per sostenere i nostri consumi. Servirebbe pure conoscere l’HPI (Happy Planet Index, indice del benessere dalla popolazione e della sostenibilità ambientale di un Paese). Tuttavia, tali ultimi parametri nelle nostre economie sono considerati poco importanti, tanto che non vengono mai citati dai media e dalle istituzioni. Sarà forse perché il nostro sistema è basato sull’aumento infinito dei consumi, sull’accumulazione di capitale e collasserebbe sicuramente se dovesse considerare un limite massimo di produzione da non superare, ridurre lo sfruttamento delle risorse ai limiti di ciò che la natura può rigenerare, se dovesse tener conto degli effetti negativi della produzione?

 

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