Home FixingFixing San Marino, manca una visione del futuro condivisa La sovranità? Va gestita diversamente

San Marino, manca una visione del futuro condivisa La sovranità? Va gestita diversamente

da Redazione

I punti di forza e di debolezza di San Marino emergono dalla lettura del Rapporto finale di Ambrosetti, presentato nei giorni scorsi in occasione del quarto San Marino Forum.

SAN MARINO – L’accelerazione dello sviluppo scientifico e tecnologico, la globalizzazione e la crescita tumultuosa di intere aree del Pianeta, la capacità produttiva (prodotti e servizi) maggiore della domanda, le conseguenze economico-sociali delle dinamiche demografiche in atto da alcuni decenni, le conseguenze del cambiamento del clima impongono impongono una discontinuità assoluta e le soluzione di ieri non sono più valide oggi.

Le debolezze dello Stato sammarinese sono note e a tutt’oggi rimangono di fatto in parte ancora irrisolte.


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Il contesto di relazioni complesse e difficili con la vicina Italia, l’insufficiente coesione tra le forze politiche del Paese, le rappresentanze sociali e le forze economico-produttive, l’eccessiva presenza dello Stato nell’economia e la contenuta efficacia/efficienza della Pubblica Amministrazione, il quadro di difficile sostenibilità del bilancio dello Stato, anche alla luce delle dinamiche demografiche, la difficoltà di promozione di un’immagine positiva del sistema Paese, la scarsa attrattività per gli investimenti esteri, le performance economiche positive ma inferiori a quelle dei paesi comparabili, l’indebolimento delle performance reddituali dell’industria e persistenza del nanismo imprenditoriale, la pressione politica esercitata dai principali Paesi europei verso il ridimensionamento del segreto bancario(caso Liechtenstein).

Si avverte un’assenza di una visione del futuro condivisa (direzione di marcia) nella cornice di una lentezza decisionale e nel ritardo nell’approntare nuove, reali soluzioni.

La Repubblica di San Marino ha fatto dei valori dell’identità storica, della cultura, della libertà e della democrazia, di un’attenzione senza compromessi alla coesione sociale, i propri punti di ancoraggio irrinunciabili.

La sua sovranità è un valore imprescindibile ma vi deve essere un uso diverso rispetto al passato.

Le piccole dimensioni – all’incirca 60 chilometri quadrati – dovrebbero favorire una possibile velocità di cambiamento sulla base di una relativa complessità del processo di cambiamento.

Un altro punto di forza è il senso di appartenenza e l’orgoglio nazionale.

Ancora: la “vivacità” economica, anche se in larga parte da ripensare.

La Repubblica di San Marino deve attuare un processo di profondo cambiamento e sviluppo che gli consenta di diventare uno dei territori al mondo: più dinamici (capacità di intercettare e confrontarsi con il nuovo, dovunque esso accada), attrattivi (in termini chiaramente positivi) capace di posizionarsi al meglio su specifiche nicchie di eccellenza sia in ambiti di terziario avanzato (Finanza, Conoscenza, Turismo innovativo), sia di ricerca ed attività industriale per migliorare.

Gli obiettivi, i driver, nella proposta dello Studio Strategico dovranno essere lo sviluppo sostenibile (economico-sociale ma anche ambientale) la costruzione di una nuova reputazione/immagine (piuttosto screpolata), di una cultura vincente e di sistema.

Puntare quindi, con grande energia e volontà, su innovazione e imprenditorialità e sulla diversificazione di nicchia ad alto valore aggiunto.

 

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