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Discorso dei Reggenti in occasione dell’udienza ufficiale di Benedetto XVI

da Redazione

Santità,

con sentimenti di sincera commozione e profonda gratitudine per l’alto onore che Ella ci ha riservato salendo sul Titano, a nome del popolo sammarinese, del Governo, del Consiglio Grande e Generale, delle Istituzioni tutte e nostro personale, L’accogliamo con gioia e formuliamo il più vivo e sentito benvenuto a Lei ed a tutte le Autorità qui convenute. Siamo lieti ed orgogliosi di poter annoverare questa giornata nelle date memorabili dell’antica Repubblica, per il suo significato, il suo valore, la sua intrinseca vocazione a lasciar traccia nel cuore e nella memoria di una popolazione che nutre profondo rispetto verso l’autorità della Chiesa Cattolica e del suo Pontefice, essendo le stesse radici cristiane parti integranti della nostra plurisecolare identità statuale. Un’identità profonda, che ha origini lontane e che attraverso storia e tradizione ha permeato la struttura e lo spirito dei cittadini sammarinesi, forgiati con la robustezza e la solidità della stessa pietra sulla quale si edificò la prima comunità di religiosi, riuniti in preghiera intorno alla figura del Santo Fondatore, del quale oggi veneriamo il lascito morale e spirituale. Un popolo, quello sammarinese, esiguo numericamente, ma robusto come la stessa pietra del Monte Titano, un popolo forte e tenace nelle intemperie, umile e perseverante nelle convinzioni e nel sacrificio, un popolo che in quella stessa pietra ha riposto e conservato, nella pace, lo spirito della democrazia e dell’autogoverno, sempre nel pieno rispetto altrui. L’odierna Sua visita in Repubblica, Santità, è dunque un evento eccezionale non soltanto per il popolo dei fedeli, ma per tutti coloro che riconoscono l’Autorità ed il Suo alto profilo culturale, poiché Ella è, profondamente, uomo di convinzione, di sapere e di dialogo. La stessa visita potrà pertanto rappresentare una fervida possibilità di risveglio dei più alti valori del nostro popolo, che produrrà ricadute benefiche anche in ambito civile e culturale, oltre che spirituale. La Reggenza è dunque consapevole di avere oggi un grande privilegio: quello di rivolgersi al Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, rappresentando questa antica Repubblica, ricordandone le origini ed i profondi legami con la cultura del Cristianesimo, ma non può esimersi dall’affrontare anche una breve riflessione sul particolare, delicato, forse il più difficile, momento storico che San Marino sta vivendo. Un momento certamente caratterizzato dalla profonda e perdurante crisi economica globale, dall’intenso e convinto lavoro di adeguamento alle nuove regole internazionali, che le Istituzioni ed il Governo della Repubblica hanno attuato, ma anche da alcune incomprensioni, auspichiamo di tempestiva soluzione per la ripresa della nostra sana economia, con la grande Nazione Italiana, che la Repubblica del Titano ha sempre guardato con sincera amicizia e rispetto e che confidiamo così possa altrettanto dimostrarsi da parte italiana. La visita odierna, il forte messaggio pastorale che abbiamo ascoltato nella celebrazione liturgica e le parole che fra breve, Santità, Ella pronuncerà in questa sala, saranno per noi, per le Istituzioni e per tutto il popolo sammarinese, fonte di ulteriore determinazione per superare le difficoltà, non solo economiche, di oggi. Saranno nuova linfa per infonderci il coraggio di continuare ad essere, nel contesto delle Nazioni, una piccola ma ferma voce in difesa della libertà, della giustizia, della pace, dei diritti umani fondamentali, del dialogo fra le culture e le religioni, motivi ispiratori della condotta di questa Repubblica nelle relazioni con i singoli Stati e nel rapporto con la più ampia comunità internazionale. Saranno un dono che ci consentirà di arricchire la nostra forza ideale, che si basa sui comuni valori che Ella diffonde e sui quali la Repubblica di San Marino ha costruito secoli e secoli di convivenza pacifica, di democrazia e di libertà. Saranno certamente preziosi per rafforzare la nostra concezione di servizio alla collettività intera e al Paese, perché tale deve comunque sempre essere e rimanere il nostro impegno politico. Questa piccola, ma grande terra, Santità, accoglie oggi e fa proprio il messaggio che Ella fortemente rilancia dal Monte Titano, perché sia udito da tutti, vicini e lontani. La comunità sammarinese si impegna a ritrasmettere questo messaggio, nella certezza che le tradizioni di accoglienza, di laboriosità, di ospitalità e di buona volontà, che di questo popolo sono caratteristica fondamentale, contribuiranno a riaffermare, anche a livello internazionale, l’ampio valore morale di una Repubblica, che a tutti offre rispetto e che da tutti si attende il riconoscimento della sua antica, sovrana identità statuale. E’ in questo spirito che accogliamo oggi Sua Santità, pellegrino di pace e testimone del cammino dell’uomo verso i traguardi della giustizia sociale, della pacifica convivenza tra i popoli, della solidarietà fraterna, intesa nella più ampia accezione di concreta vicinanza alle istanze di una società in mutamento; quella stessa società per la quale Ella si prodiga tanto, sostenendone sensibilmente la sua cellula fondamentale, rappresentata dalla famiglia. Una famiglia da sempre “prima scuola di formazione e di crescita sociale, culturale, morale e spirituale dei figli, così come ambito primario di crescita, per relazioni armoniose a tutti i livelli di convivenza umana, nazionale ed internazionale. Una famiglia impegnata nella costruzione di un tessuto sociale solido e solidale, che prepari i giovani ad assumersi le proprie responsabilità, in una società libera e in uno spirito di comprensione, di giustizia e di pace”. Su questo stesso concetto di famiglia umana, oggi la Repubblica di San Marino si riconosce e riconosce l’opera pastorale del Pontefice, convinta che Chiesa e Stato, pur nella piena distinzione, siano entrambi chiamati, secondo la loro rispettiva missione ed attraverso proprie finalità e strumenti, a servire l’uomo, poiché è nell’uomo che queste due società si incontrano e collaborano per meglio promuoverne il bene integrale. Allo stesso tempo, la Reggenza desidera rimarcare un rapporto speciale ed esclusivo che lega le due piccole entità statuali dislocate sul territorio dell’amica Repubblica Italiana, da sempre ispirate a rapporti di viva collaborazione, stima e rispetto profondi, che si sono sviluppati anche attraverso l’azione dei rispettivi rappresentanti, favorendo scambi di intese di comune interesse. Voglia credere oggi, Santità, che attraverso la Sua visita, San Marino avrà un sussulto di umanità e di speranza, una rinnovata fiducia nell’essere umano e nella sua capacità di agire per quel bene comune che trascende gli egoismi e sceglie condivisione e fratellanza e che la classe politica deve sempre esclusivamente servire, quello stesso bene che ha consentito alla Repubblica di vivere nella pace della sua gente, a cui ha garantito 1710 anni di libertà. L’augurio, Santità, che a nome del popolo sammarinese, delle Istituzioni e nostro personale intendiamo formularLe, è rivolto al Suo personale benessere, per la prosecuzione dell’Alto Ministero che Ella sta conducendo, tanto sapiente quanto ricco di contenuti spirituali, culturali e civili, attraverso i quali irradia la Sua parola sulla Chiesa Universale e su tutta l’Umanità.

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