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Benedetto XVI a San Marino: Risolvere la questione frontalieri

da Redazione

SAN MARINO – Visita pastorale a San Marino per Benedetto XVI che ieri ha celebrato la solennità della Santissima Trinità incontrando autorità civili e religiose nello Stadio di Serravalle dove ha celebrato la Santa Messa, per poi incontrarsi con i giovani sammarinesi nella Cattedrale di Pennabilli

 

“Sono venuto – ha detto il Papa nell’omelia – per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa Comunità diocesana. So che anche qui non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. A tutti voglio assicurare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera, a cui unisco l’incoraggiamento a perseverare nella testimonianza dei valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione, con la sua fede granitica”.

 

Richiamando la liturgia della domenica e il mistero della Trinità, il Santo Padre ha sottolineato come essa “attiri la nostra attenzione non tanto sul mistero, ma sulla realtà di amore che è contenuta in questo primo e supremo mistero della nostra fede. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno, perché amore e l’amore è la forza vivificante assoluta, l’unità creata dall’amore è più unità di un’unità puramente fisica. Il Padre dà tutto al Figlio; il Figlio riceve tutto dal Padre con riconoscenza; e lo Spirito Santo è come il frutto di questo amore reciproco del Padre e del Figlio”.

 

“La fede nel Dio trinitario – ha detto ancora Papa Benedetto – ha caratterizzato anche questa Chiesa di San Marino-Montefeltro, nel corso della sua storia antica e gloriosa. La varietà delle diverse etnie – romani, goti e poi longobardi – che entravano in contatto tra loro, qualche volta anche in modo molto conflittuale, trovarono nel comune riferimento alla fede un fattore potente di edificazione etica, culturale, sociale e, in qualche modo, politica. Era evidente ai loro occhi che non poteva ritenersi compiuto un progetto di civilizzazione fino a che tutti i componenti del popolo non fossero diventati una comunità cristiana vivente e ben strutturata e edificata sulla fede nel Dio Trinitario. A ragione, dunque, si può dire che la ricchezza di questo popolo, la vostra ricchezza, cari Sammarinesi, è stata ed è la fede, e che questa fede ha creato una civiltà veramente unica. Accanto alla fede, occorre poi ricordare l’assoluta fedeltà al Vescovo di Roma, al quale questa Chiesa ha sempre guardato con devozione ed affetto; come pure l’attenzione dimostrata verso la grande tradizione della Chiesa orientale e la profonda devozione verso la Vergine Maria. Voi siete giustamente fieri e riconoscenti di quanto lo Spirito Santo ha operato attraverso i secoli nella vostra Chiesa. Ma voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla. In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia”.

 

“Oggi, – ha sottolineato – la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove, non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l’esperienza della fede. Non vanno, poi, dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell’ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa”.

 

Argomento, questo, ripreso anche nel discorso del Santo Padre ai Capitani Reggenti dello Stato: “nel frangente di difficoltà economiche in cui versa anche la Comunità Sammarinese, nel contesto italiano e internazionale, la mia vuole essere una parola di incoraggiamento. Sappiamo che gli anni successivi al secondo conflitto mondiale sono stati un tempo di ristrettezze economiche, che hanno costretto migliaia di vostri concittadini ad emigrare. È venuto poi un periodo di prosperità, sulla scia dello sviluppo del commercio e del turismo, specie di quello estivo trainato dalla vicinanza della riviera adriatica. In queste fasi di relativa abbondanza spesso si verifica un certo smarrimento del senso cristiano della vita e dei valori fondamentali. Tuttavia, la società Sammarinese manifesta ancora una buona vitalità e conserva le sue migliori energie; ne danno prova le molteplici iniziative caritative e di volontariato a cui si dedicano numerosi vostri concittadini. Non mancano le forze positive che permetteranno alla vostra Comunità di affrontare e superare l’attuale situazione di difficoltà. A tale proposito, – ha sottolineato il Papa – auspico che la questione dei lavoratori frontalieri, che vedono in pericolo la propria occupazione, si possa risolvere tenendo conto del diritto al lavoro e della tutela delle famiglie”.

 

Compito dei responsabili governativi quello di “costituire la città terrena nella dovuta autonomia e nel rispetto di quei principi umani e spirituali a cui ogni singolo cittadino è chiamato ad aderire con tutta la responsabilità della propria coscienza personale; e, allo stesso tempo, il dovere di continuare a operare attivamente per costruire una comunità fondata su valori condivisi”.

 

Nel pomeriggio, il Papa ha incontrato i giovani nella Cattedrale di Pennabilli, “cuore della Diocesi”. In questa occasione, Benedetto XVI li ha esortati a “non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita. Non fermatevi alle risposte parziali, immediate, certamente più facili al momento e più comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza, ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce – come dice Gesù – non sulla sabbia, ma sulla solida roccia. Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull’infinito! Questa è la grandezza dell’uomo e anche la sua difficoltà”.

 

“L’esperienza umana è una realtà che ci accomuna tutti, ma ad essa si possono dare diversi livelli di significato. Ed è qui – ha affermato il Santo Padre – che si decide in che modo orientare la propria vita e si sceglie a chi affidarla, a chi affidarsi. Il rischio è sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, dell’immediato, del relativo, dell’utile, perdendo la sensibilità per ciò che si riferisce alla nostra dimensione spirituale. Non si tratta affatto di disprezzare l’uso della ragione o di rigettare il progresso scientifico, tutt’altro; si tratta piuttosto di capire che ciascuno di noi non è fatto solo di una dimensione “orizzontale”, ma comprende anche quella “verticale”. I dati scientifici e gli strumenti tecnologici non possono sostituirsi al mondo della vita, agli orizzonti di significato e di libertà, alla ricchezza delle relazioni di amicizia e di amore”.

 

“Non temete di affrontare le situazioni difficili, i momenti di crisi, le prove della vita, perché il Signore vi accompagna, è con voi! Vi incoraggio a crescere nell’amicizia con Lui attraverso la lettura frequente del Vangelo e di tutta la Sacra Scrittura, la partecipazione fedele all’Eucaristia come incontro personale con Cristo, l’impegno all’interno della comunità ecclesiale, il cammino con una valida guida spirituale. Lasciate che il mistero di Cristo illumini tutta la vostra persona! Allora potrete portare nei diversi ambienti quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete a logiche individualistiche ed egoistiche! A conclusione di questo incontro, voglio affidare ciascuno di voi alla Vergine Maria, Madre della Chiesa. Come Lei, possiate pronunciare e rinnovare il vostro “sì” e magnificare sempre il Signore con la vostra vita, perché Lui vi dona parole di vita eterna! Coraggio allora cari giovani e care giovani, nel vostro cammino di fede e di vita cristiana – ha concluso – anche io vi sono sempre vicino e vi accompagno con la mia Benedizione”. (aise)

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