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Valerio De Molli: “Rapporti con l’Italia? San Marino deve essere grintoso”

da Redazione

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Le parole del managing partner di TEH: “Basta calimerismo. Roma vuole che siate propositivi”. E sul futuro spiega: “Dopo la batosta del 2009-2010, ora è necessario tracciare nuovi driver di sviluppo”.

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di Alessandro Carli

 

Come nelle tre precedenti edizioni, anche quest’anno il “timoniere” del San Marino Forum sarà Valerio De Molli (nella foto), Managing Partner The European House – Ambrosetti e Presidente dell’Advisory Board “Innovare e competere per il futuro”. A Valerio De Molli – dopo l’intervento sullo scenario economico internazionale e la Repubblica di San Marino – il compito di decifrare e codificare la mole di informazioni e spunti che usciranno dall’evento, al fine di elaborare una lettura organica e suggerire alcune traiettorie per il futuro della Repubblica di San Marino. Un “commento” finale piuttosto importante per “tirare le fila” e capire quale strada intraprendere per un vero rilancio del Paese. Nel suo ultimo intervento – quello che aveva chiuso l’edizione del 2009 – il managing partner di TEH Ambrosetti aveva sottolineato “la mancanza di dotazione di  infostrutture” all’interno della Repubblica di San Marino. De Molli, nella sua descrizione dei facts and figures, aveva inoltre indicato “una positività del sistema sammarinese: va sempre meglio dell’Italia anche in tempi di crisi. Nel PIL l’industria vanta la porzione più importante, prima del settore credito, dopo Pubblica amministrazione, turismo, e commercio. Il prodotto pro capite è a livelli alti, l’occupazione cresce. Il rating di San Marino è solo mezzo punto sotto l’Italia”. Dopo due anni, De Molli torna sul Titano. La situazione è cambiata: il Monte pare abbia ascoltato le sue parole in merito alla nomina di un Presidente per la Banca Centrale (è stato nominato Renato Clarizia). De Molli non aveva utilizzato mezze parole, nel 2009: “E’ una scelta estremamente urgente perché è il sistema a richiederlo”. Insomma, si riparte da qualche puntello, ma anche da molti progetti da rendere operativi. In attesa degli spunti e delle riflessioni conclusive, lo abbiamo intervistato.

 

Dopo due anni dall’ultima edizione del San Marino Forum, qual è il punto di partenza dell’evento del 2011?


“Com’è noto, l’edizione 2011 non annovera nomi internazionali come in passato. Quella di quest’anno è stata concepita come un momento di riflessione e un aggiornamento delle analisi proposte in precedenza. San Marino ha preso una bastonata sul piano macro del Pil. Una bastonata molto più marcata rispetto a quella caduta sull’Italia. La contrazione dell’attività nel biennio 2009-2010 ha lasciato il segno. Sono andato a rivedere le proiezioni sugli impatti che avrebbe avuto lo scudo fiscale per quel che concerne il drenaggio e la raccolta. Avevamo tracciato un’aritmetica quasi millimetrica. Il Paese è stato travolto dalla crisi, e non solo per lo scudo. I dati del Pil 2010 non sono ancora ufficiali, però nel 2009 la contrazione è stata sull’ordine del 13% ed è facile che questa performance possa essere a due cifre”.

 

Quali sono i driver di sviluppo per il futuro del Paese?


“San Marino, ripeto, ha preso una grossa bastonata. Ora però deve riprendere in mano il suo destino e, conseguentemente, il suo futuro. Deve tracciare nuovi driver di sviluppo. L’intero Paese deve sognare, ma allo stesso tempo deve proseguire e portare a termine la lotta all’illegalità. Il turismo è un driver di prim’ordine, ma i numeri sono impietosi: oggi si ritrova sotto ai due milioni. Ci sono fattori magnetici, ad esempio il parco di edutainment. Sul fronte dei rapporti con l’Italia, credo che San Marino soffra troppo di calimerismo: non voglio credere che un Paese voglia distruggere un altro. Il Titano deve essere propositivo, grintoso. Le proposte di sviluppo devono partire dal Monte”.

 

La percezione del Titano – in base al questionario – è in contrazione, malgrado alcuni passi in avanti compiuti dal Monte in materia di trasparenza. Perché?


“Il sondaggio del 2009 dava San Marino quasi ai minimi termini. Oggi la percezione è addirittura peggiorata. L’assenza del governatore di Banca Centrale nel momento topico ha inciso. La percezione è fatta anche da scandali. La contrazione della percezione è fatta da una somma di fattori, che impattano sulla comunicazione”.

 

Come avrebbe risposto Lei al questionario?


“Io, in questi due anni, sono stato un po’ alla finestra. Ho vissuto il Paese da attento osservatore. Ho notato una serie di passi in avanti sotto il profilo normativo. Qualche avanzamento è stato fatto, però non è quello che percepisce il business leader, che magari dà una lettura distratta dei fatti, ma che alla fine è quello che incide nell’opinione. Vero è che anche la classe dirigente sammarinese ha espresso giudizi molto negativi. Credo che sia necessario un cambio di approccio: Calimero o reagire con vigore? Il Monte deve giocare all’attacco, d’anticipo, e non sempre arroccato in difesa. All’Italia interessa che San Marino sia propositivo”.

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